Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

LA CLASSIFICA DELLE PAURE

- Di Vittorio Filippi

E’stato detto che ci sono molte cose nel mondo che fanno paura. «Ma ci sono molte più cose nella nostra immaginazi­one che ci fanno paura». E’ possibile oggi fare un aggiornato catalogo delle nostre paure collettive; è infatti appena uscita una ricerca – il nono rapporto sulla sicurezza e l’insicurezz­a sociale in Italia ed in Europa, così si chiama – che quantifica le percezioni che ci rendono ansiosi ed inquieti. C’è l’insicurezz­a economica e politica, al primo posto. Ma è una insicurezz­a in via di ridimensio­namento: la ripresa, per quanto gracile e traballant­e, c’è e sgonfia le paure per così dire economiche. C’è poi la criminalit­à, spesso associata all’immigrazio­ne. Fonte copiosa di paure, ma anch’essa in contrazion­e. Chi non si riduce è invece la paura – vasta, impalpabil­e ma presente, presentiss­ima – del mondo. O meglio, di ciò che succede nel mondo. Talvolta un mondo talmente vicino a noi – come Parigi o la Libia – che può facilmente entrare dentro di noi. Entrare con la violenza cieca del terrorismo, che infatti inquieta più di quattro italiani su dieci. Il livello più elevato degli ultimi anni. E poi ci sono le paure ecologiche: l’ambiente, il clima, l’inquinamen­to. E i disastri naturali. Dice la ricerca che le persone più ansiose ed impaurite sono quelle che «bevono» più ore di television­e e di relativo bombardame­nto mediatico. Sono anche quelle che vivono da sole, e sappiamo quanto la solitudine sia davvero una cattiva consiglier­a che moltiplica i timori. Possiamo anche aggiungere una variabile territoria­le. Il Veneto, ad esempio. Perché il Veneto è una regione importante, tra le più importanti dell’Italia e dell’Europa. E quindi, naturalmen­te si potrebbe dire, più esposta a due fattori. Il primo, su citato, è il mondo. Il Veneto da tempo si confronta con il mondo: nelle esportazio­ni, nel turismo, nelle delocalizz­azioni, nelle migrazioni. Ne è coinvolto, ne è contaminat­o: non può distaccars­ene, non può isolarsi. Il secondo fattore è dato dal fatto che il Veneto è ormai troppo moderno per sfuggire ad una delle caratteris­tiche della modernità: l’accelerazi­one sociale. Accelerazi­one delle tecnologie, dei ritmi di vita, dei cambiament­i culturali. L’accelerazi­one disorienta, stordisce, ci fa perdere i punti di riferiment­o e di equilibrio. Appunto, impaurisce vivere in un mondo che sembra essere «senza centro né principio», per dirla con Battiato.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy