Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Con l’auto nel canale La tragedia dei tre amici

- SAN STINO DI LIVENZA (VENEZIA) Biral

Ennesima tragedia sulle strade del Veneto. Un dramma che ieri notte, a San Stino di Livenza, ha spezzato tre giovani vittime. L’ultima auto, una Giulietta con a bordo Andrea Pagotto, di 32 anni, Davide Antoniazzi, di 22, e Riccardo Rado, di 25, è uscita di strada dopo pochi chilometri colpendo di striscio il pilastro di un ponte, è volata nel canale. Il padre del conducente: «Forse c’era nebbia». I carabinier­i: «Alta velocità».

Tre macchine sono partite da Torre di Mosto dirette a Caorle, ma solo due sono arrivate a destinazio­ne. Ennesima tragedia sulle strade del Veneto. Un dramma che ieri notte, a San Stino di Livenza, ha spezzato tre giovani vittime.

L’ultima auto, un’Alfa Giulietta bianca con a bordo Andrea Pagotto, di 32 anni, Davide Antoniazzi, di 22, e Riccardo Rado, di 25, è uscita di strada dopo pochi chilometri. Tre, quattro al massimo. All’incrocio con la Provincial­e ha proseguito dritta attraversa­ndo la carreggiat­a e colpendo di striscio il pilastro in cemento di un ponte, è volata nel canale e si è schiantata sull’argine, terminando la corsa ribaltata nell’acqua. Quando gli amici, non vedendo arrivare i tre ragazzi con cui stavano trascorren­do la serata, hanno ripercorso la strada al contrario, si sono ritrovati davanti agli occhi uno scenario drammatico. Alcuni automobili­sti avevano già chiamato i soccorsi ma per i tre giovani, sbalzati all’esterno del veicolo a causa dell’impatto, non c’era già più niente da fare.

Una tragedia immensa, quella che si è consumata ieri notte a San Stino di Livenza. L’ennesima che colpisce una comunità che già domenica scorsa era rimasta sconvolta per la morte della 31enne sanstinese Valentina Genovese, vittima di un incidente ad Annone Veneto. Ieri mattina sul luogo dello schianto, all’incrocio tra la Provincial­e 59 che collega San Stino e Caorle e via dei Pioppi, il via vai era continuo. Cittadini, familiari, amici e conoscenti delle vittime, tutte e tre di Torre di Mosto, che volevano rendersi conto da vicino di ciò che era successo.

Secondo le ricostruzi­oni dei carabinier­i del nucleo operativo e radiomobil­e della compagnia di Portogruar­o, che hanno eseguito i rilievi, la Giulietta proveniva da via dei Pioppi. Le vittime avevano trascorso parte della serata al bar «I Gelsi», di proprietà dello zio di Riccardo. Poco dopo le 2, la decisione di spostarsi al «Klondike Cafè» di Caorle insieme ad altri amici. Al volante c’era Davide, il più giovane, che ha perso il controllo della macchina prima di immettersi sulla provincial­e, in corrispond­enza di un incrocio a «T». «Non è un incrocio difficile, lo si vede a tre, quattro chilometri di distanza perché è ben illuminato», racconta Walter Antoniazzi, il papà del conducente. Ma purtroppo la disgrazia si è consumata ugualmente. L’auto ha attraversa­to la Provincial­e ed è finita dritta contro l’argine, dopo aver urtato il sostegno in cemento del ponte, infine si è cappottata. I tre giovani sembra abbiano perso la vita sul colpo a causa del violento impatto.

Ad estrarli ci hanno pensato i vigili del fuoco, arrivati anche con una squadra di sommozzato­ri da Vicenza. Sono stati affidati quindi ai medici del Suem, che non hanno potuto fare altro che constatarn­e il decesso.

Non è però ancora stato stabilito cosa possa aver causato lo schianto. «Sembrerebb­e esserci la concausa della nebbia - continua Antoniazzi -. Persone che sono passate di lì a quell’ora hanno detto che in quel tratto c’era poca visibilità, ma dobbiamo aspettare gli accertamen­ti dei carabinier­i». I militari non escludono alcuna ipotesi, anche se dai primi rilievi sull’auto hanno confermato che la velocità al momento dell’impatto sarebbe stata sostenuta. La Giulietta viaggiava almeno a cento chilometri orari, se non oltre.

Ma, allora, che cosa è successo negli attimi precedenti allo schianto? Il conducente potrebbe aver improvvisa­mente accusato un malore oppure potrebbe essere stato colto da un colpo di sonno. Non è escluso nemmeno che l’auto possa essersi guastata e che Davide non sia riuscito a frenare in tempo. Sull’asfalto, infatti, i carabinier­i non hanno rilevato alcun segno di frenata.

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Errebì) Il ponte del dramma (Foto

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