Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
L’eros degli architetti I disegni inediti di Scarpa e Siza
Proporzione,
armonia, eros. Le «relazioni pericolose» e intimamente personali che derivano dal rapporto del corpo con l’architettura. La tradizione classica rimanda a quel Vitruvio che nel trattato De Architectura paragona il corpo umano a una costruzione. All’interno del pensiero vitruviano molti illustri architetti hanno sperimentato il momento in cui il piacere di rappresentare l’anatomia umana assume una valenza sensuale e sessuale. Fino al 15 maggio, la Fondazione Querini Stampalia di Venezia ospita la mostra «”I Modi” di Giulio Romano e i modi di Carlo Scarpa e Álvaro Siza», curata da Francesco Dal Co, che attraverso le opere dei tre maestri indaga il rapporto tra disegno, corpo umano e architettura.
La rassegna (nella foto Pattaro/Vision) espone un centinaio di disegni inediti con sinuose figure di Carlo Scarpa (1906-78) e Álvaro Siza (n. 1933). L’antefatto: era il 1524 quando scoppiò a Roma lo scandalo destato da quella serie di incisioni che va sotto il nome de «I Modi», ovvero sedici immagini di coppie raffigurate in diverse posizioni erotiche. Il kamasutra rinascimentale è opera di Giulio Romano (1499-1546), architetto e pittore - collaboratore di Raffaello e autore di uno straordinario ciclo di affreschi, in alcuni casi di soggetto erotico, a Palazzo Te a Mantova - , che realizzò i disegni scabrosi poi traslati in incisioni da Marcantonio Raimondi e che il poeta Pietro Aretino pubblicò come illustrazioni di licenziosi sonetti.
Una delle chicche dell’esposizione veneziana è un volume che riproduce i sonetti dell’Aretino accanto alle incisioni di Raimondi, con sovrapposti quattro disegni tracciati da Siza che imitano quelli di Romano. «Giulio Romano provava un vero piacere - spiega Francesco Dal Co, direttore di Casabella - a disegnare quelle figure lussuriose, lo stesso vale per Scarpa e Siza. La cosa interessante è che si tratta di due modi di esprimersi graficamente che riflettono le rispettive architetture, entrambe assai ricche di elementi di sensualità». Le figure di Siza sono molto matissiane, con forme morbide e allungate; in quelle scarpiane prevale l’elemento giocoso.