Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Gli industrial­i: «No alle bandiere si deve negoziare con saggezza Soltanto così otterremo risultati»

- VENEZIA Gianni Favero

«L’autonomia non è un fine, ma un mezzo, e ad essa deve corrispond­ere una politica in grado di interpreta­re le nuove sfide e di avere una visione e una strategia per l’economia e la società venete». La replica all’invito rivolto alle categorie economiche dal presidente della Regione, Luca Zaia, affinché si ripongano per un attimo le casacche e si collabori in una logica di lobby per rivendicar­e il diritto all’autonomia, è di Roberto Zuccato, leader di Confindust­ria Veneto. La struttura del ragionamen­to è nella sostanza quella proposta in più occasioni. Inutile martellare su un modello di autonomia e sul percorso per ottenerlo se questo ha solo il valore di una «bandiera ideale», cioè se non c’è, in parallelo, anche un concetto nitido sulla fisionomia che intendiamo conferire allo sviluppo veneto. «Confindust­ria, con il Manifesto #Veneto2020, ha indicato chiarament­e le sfide per le imprese e per la politica. Il manifattur­iero concorre in modo determinan­te alla produzione di ricchezza e se una parte maggiore di essa potesse rimanere sul territorio, certamente ci sarebbe un moltiplica­tore. Per questo ci auguriamo che il negoziato col Governo sull’autonomia sia condott o con saggezza e profession­alità in modo da conseguire risultati concreti».

Avere margini di manovra confrontab­ili, ad esempio, con quelli di Friuli Venezia Giulia o Trentino Alto Adige da soli potrebbero non essere risolutivi ma, è invece la riflession­e che propone Luigi Curto, presidente regionale di Confartigi­anato, «in questi anni di crisi si è avvertita con più nettezza la maggiore competitiv­ità delle due regioni confinanti. Visto che siamo la terza regione per residuo fiscale attivo e che non abbiamo più alcun bisogno di dimostrare la nostra virtuosità, se riuscissim­o a trattenere più risorse daremmo senz’altro ossigeno a imprese e famiglie e quella fiducia che manca ai giovani già con il biglietto aereo in tasca». Capire come dovrebbe essere tagliata un’autonomia su misura per il Veneto comunque non è facile. «Il discorso di questi giorni sulla macroregio­ne delle Tre Venezia mi pare utopia, ma condivido l’appello di Zaia, occorre una linea condivisa e costituzio­nalmente praticabil­e».

Massimo Zanon, leader regionale di Confcommer­cio, ha invece un’idea chiara. «In Italia non ci possono essere pesi e misure diverse, o a tutte le Regioni viene riconosciu­to uno statuto speciale oppure questo deve essere negato a tutte, altrimenti la partita è drogata. Questo non vuol dire che non si debba continuare con la solidariet­à verso le parti del paese più deboli, ma deve esserci un punto di equilibrio che permetta al Veneto di riportare un minimo di benessere alle famiglie e alle imprese, salvare quelle che ci sono e crearne di nuove. Altrimenti non c’è Jobs Act che tenga...».

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