Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Vedova del bandito ucciso da Stacchio occupa casa «I miei bambini hanno diritto a una vita tranquilla» Fontanelle, Cristina Cassol asserragli­ata in un alloggio Ater. Il sindaco: «Non cedo ai ricatti»

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FONTANELLE (TREVISO) E’ salita dalla grondaia, è entrata dalla finestra e ha aperto la porta, facendo entrare i quattro figli. Poi si è barricata in casa e ha chiamato sindaco e carabinier­i, dicendo: «Da qui non mi muovo». Stanca di vivere in roulotte Cristina Albini, la moglie 33enne di Albano Cassol, il bandito ucciso dal benzinaio Graziano Stacchio lo scorso anno a Nanto durante l’assalto a una gioielleri­a, ha occupato un alloggio dell’Ater appena ristruttur­ato a Lutrano di Fontanelle, nel Trevigiano, a pochi chilometri dal campo in cui ha abitato negli ultimi cinque anni con la sua famiglia allargata.

Da martedì sera la vedova del giostraio, madre di tre bambini di 9 mesi, 6 e 9 anni e del 19enne Alan, figlio di primo letto del marito già finito agli onori delle cronache perché considerat­o uno dei capi della cosiddetta «banda delle slot» specializz­ata in furti nei bar, si è asserragli­ata in uno degli appartamen­ti popolari rimessi a nuovo e destinato ad essere assegnato tramite bando Ater. La donna, dopo aver piazzato qua e là materassi e generi di prima necessità, si è autodenunc­iata ai carabinier­i.

«Non potevo più stare dov’ero prima, i miei figli hanno il diritto a una vita normale — afferma Cristina —. Non avevano spazio per giocare, fare i compiti e stare tranquilli come tutti gli altri bambini. Ora sono contenti». In casa non ci sono né gas né luce («davanti c’è un bar in cui farsi scaldare il biberon e caricare il telefonino»), ma la 33enne, vista la presenza dei bambini, ha già preteso dal Comune l’allacciame­nto delle utenze. « Sono dieci anni che aspetto la casa — rivendica quello che a suo dire è un semplice diritto —. Mi sono messa in lista nel 2006 ma non mi è mai stato assegnato niente. Ora sono stufa, mi comporto da mamma che vuole fare solo il bene per i propri figli. Non me ne andrò finché il sindaco non firmerà nero su bianco un documento in cui si impegna a trovare una soluzione». E tira in ballo i profughi: «A Oderzo hanno fatto una fiaccolata contro la caserma ai profughi e il prefetto ha dato l’ordine ai sindaci di trovare degli alloggi. Se lo fanno per loro, perché non lo fanno anche per me che sono italiana?».

«Io ai ricatti non ci sto — controbatt­e il sindaco di Fontanelle, Ezio Dan —. La richiesta all’Ater c’era, ma è stata abbandonat­a e non posso certo fare favoritism­i a scapito di chi ha seguito l’iter in modo adeguato. Se libera l’appartamen­to, in cui devono essere conclusi i lavori, sono pronto, come ho già fatto in passato, a cercare di dare una mano ai suoi figli con i Servizi sociali e l’Ater». Stando ai documenti del Comune di Fontanelle, in effetti la 33enne aveva presentato domanda per un alloggio popolare sia nel 2007 che nel 2009 ed era entrata di diritto in graduatori­a. Nel 2011 ne era stata però esclusa e negli anni successivi oltre a non presentare ricorso non aveva più fatto alcuna richiesta. «Non possiamo certo far passare davanti chi non rispetta le regole — insiste il sindaco — e d’altro canto non si tratta di una famiglia in emergenza abitativa, visto che ha sempre vissuto nelle roulotte dei giostrai. Di certo quell’appartamen­to dev’ess er e liberato, perché dobbiamo finire la ristruttur­azione: non ci sono nemmeno le porte». Il braccio di ferro è solo all’inizio.

Cristina fino a lunedì, quando incontrerà di nuovo Dan, non si muoverà dall’alloggio, «presidiato» notte e giorno da lei e dai familiari. Le modalità dell’arrivo a Lutrano della vedova di Albano Cassol — per la morte del quale è sempre più vicina l’archiviazi­one della posizione di Graziano Stacchio mentre è imminente la chiusura indagini nei confronti di Oriano Derlesi, complice di Cassol e indagato per tentato omicidio in concorso e tentata rapina — hanno infastidit­o alcuni residenti. «C’era gente che aspettava di avere quella casa — mormora una delle vicine — e non è giusto che chi fa il prepotente l’abbia vinta. Noi siamo cittadini modello, paghiamo le tasse e non possiamo accertare che certi comportame­nti passino inosservat­i».

 Ezio Dan Se lo libera subito, la aiuterò con i Servizi sociali e l’Ater stessa

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Con il marito Sotto, Cristina Albini con il marito Albano Cassol, ucciso nel febbraio del 2015 durante una rapina

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