Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

L’ex Enel diventa hotel: 230 stanze «Basta con la svendita della città»

Il palazzo acquistato dal Fondo di Mevorach. Bagarre sui cambi destinazio­ne d’uso

- VENEZIA Gloria Bertasi

Se sarà un hotel extra lusso o una struttura a prezzi competitiv­i non è ancora noto, ma quello che è certo è che sarà enorme: 230 stanze. I lavori lungo rio Novo, all’ex palazzo dell’Enel partiranno tra qualche mese, ottenuto a inizio 2016 il cambio di destinazio­ne d’uso da uffici a ricettivo. L’immobile era stato al centro di polemiche e ricorsi legali quando, quattro anni fa, l’Università di Ca’ Foscari aveva deciso di trasferirv­i il polo linguistic­o-umanistico. Il palazzo era allora in mano a PlensPlan Invest srg, gestore altoatesin­o di fondi immobiliar­i, che l’avrebbe ceduta in cambio dei palazzi Ca’ Bembo, Ca’ Cappello e palazzo Cosulich. In città, montò la protesta, docenti, studenti e associazio­ni come Italia Nostra si opposero alla dismission­e di palazzi storici per avere in cambio un edificio del 1957 e con un ricorso al Tar l’operazione, l’anno scorso, è stata fermata. E così l’ex sede dell’Enel è tornata sul mercato, 7.982 metri quadrati di superficie dal «costo storico» di 37 milioni e 736 mila euro, come si legge sul report dell’agosto 2015 di PlensPlan Invest e ha trovato velocement­e un acquirente. Il tam tam tra gli albergator­i da per certo che si tratti del Fondo Lucrezio dell’imprendito­re veneziano Andrea Mevorach, lo stesso che ha realizzato il mercato ortofrutti­colo di via delle Macchine. Il Fondo gestisce tutta l’operazione di trasformaz­ione anche urbanistic­a dell’immobile ma la gestione del megahotel da 230 camere sarà in capo ad un’altra società, del settore ricettivo.

La notizia del nuovo albergo arriva a soli tre giorni dalla bagarre, in consiglio comunale, su una mozione presentata dall’opposizion­e per impegnare il sindaco a favorire la residenza a Venezia con provvedime­nti che limitano il ricettivo bloccando i cambi di destinazio­ni d’uso. La maggioranz­a non ha votato il documento, in precedenza discusso in commission­e consiliare e per la seconda volta (in autunno, era stata già cassata dai consiglier­i fucsia una mozione sulla residenza) Pd, Lista Casson e M5S hanno accusato i partiti al governo della città di non aver a cuore il serio problema dello spopolamen­to di Venezia. «Prendiamo atto di questa clamorosa posizione di chi amministra la nostra città - ha commentato all’indomani del voto Andrea Ferrazzi, capogruppo del Pd e primo firmatario della mozione - invece di cogliere l’occasione per una profonda modifica dei regolament­i per ridare vita a Venezia, hanno deciso che la svendita al turismo mordi e fuggi a danno dei residenti va bene». L’hotel da 230 stanze all’ex Enel non è che l’ultima di una lunga serie di trasformaz­ioni edilizie. Di recente è stato autorizzat­o il passaggio ad hotel di palazzo Diedo, ex immobile comunale spostato nel Fondo immobiliar­e Città di Venezia e quindi venduto a privati. Ma il problema del boom del ricettivo non riguarda solo le aperture di hotel. Ogni giorno, in Comune, vengono protocolla­te autocertif­icazioni di inizio attività extra-alberghier­a e richieste di cambio di destinazio­ne d’uso, una pratica su dieci riguarda queste richieste. Secondo le municipali­tà più coinvolte, si parla di un migliaio di pratiche l’anno. «La disponibil­ità di stanze e posti letto a Venezia è davvero diventata troppa - dice Claudio Scarpa, direttore di Ava - non sono necessarie ulteriori strutture». In questa situazione, i gruppi di opposizion­e in consiglio promettono battaglia: «Difenderem­o in ogni modo la residenza». La maggioranz­a replica: «Vogliamo ripopolare Venezia, è una priorità».

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Foto Vision) Trasformat­i L’Enel ha lasciato i suoi uffici di piazzale Roma una decina di anni fa. Una parte sono stati affittati a Ca’ Foscari. Ora l’edificio è stato venduto per farne un hotel (

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