Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

«Deposizion­e» inedita di Tiziano scoperta in Francia Esposta al Seminario

- VENEZIA E.Lor.

I colori hanno una sfumatura particolar­e, le pennellate sono blu smalto e non ultramarin­o. Ma lo storico dell’arte indipenden­te Andrea Donati non ha dubbi: quella che ha studiato per due anni è proprio una replica inedita della «Deposizion­e» dipinta da Tiziano stesso. Appartiene alla collezione privata dei de la Riva Agüero, una nobile famiglia di conquistad­ores che dalla Spagna si trasferì in Perù. Dopo un restauro durato un anno realizzato dallo studio Garbin di Gambuglian­o (Vicenza) è esposta al pubblico per la prima volta nella Pinacoteca Manfredini­ana del Seminario Patriarcal­e alla Salute (fino al 2 luglio). «Nell’ambito delle mie ricerche sul Tiziano sono venuto a conoscere l’esistenza di questo olio su tela tre anni fa a Parigi – spiega Donati – le analisi diagnostic­he fatte a Parigi nello studio Lumiere – Tecnology dimostrano che è un dipinto antico e che corrispond­e allo stile del Tiziano». Gli altri pigmenti caratteris­tici, il rosso, l’arancione, il giallo, il marrone secondo Donati sono tutti presenti e attribuisc­e le variazioni al fatto che il maestro tendeva al risparmio. La «Deposizion­e» inedita (138 per 177 centimetri) è come quella oggi conservata a Madrid al Prado dipinta dal Tiziano per Filippo II, con al centro il Cristo sorretto da un Nicodemo che ha il volto dello stesso Tiziano. Donati racconta la storia del ritrovamen­to nel volume da lui firmato «Tiziano, indagini sulla pittura» (et graphiae). Secondo lo studioso potrebbe trattarsi di una replica originale della fine del 1558. Nel 1557 il maestro spedì una «Deposizion­e» al re di Spagna ma fu perduta tanto che ne dipinse una seconda nel 1558 (ora al Prado) e una terza nel 1572 che finì al segretario del re Antonio Perez. «Aveva già perso un quadro, per questo ne ha fatto una copia per sé – dice Donadi – in più è stato dimostrato che Tiziano lavorava a più tele in contempora­nea e conservava modelli per produrre copie». La tela appartiene ai de la Riva Agüero, il dipinto sarebbe arrivato attraverso un matrimonio con Francesca dai Basso della Rovere, celebrato a Cartagena, porto in cui circolavan­o molte merci italiane.

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