Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Raddoppiati i giocatori patologici Manager «brucia» 300 mila euro
Il manager si gioca il tfr da 300 mila euro, l’anziana la pensione minima da 600 euro al mese. Non conta il livello di istruzione, la solidità economica, la sicurezza: una volta dentro il tunnel del gioco d’azzardo, il denaro va tutto nei rullini della slot. C’è chi, addirittura, dopo essere uscito dalla madre delle dipendenze, l’eroina, è incappato nella ludopatia. «Stavolta è ancora più dura», ha confidato ai suoi angeli custodi, medici e infermieri del Serd di Mestre. La dipendenza da gioco è un fenomeno che in 5 anni è raddoppiato nel territorio dell’Usl 12: dai 77 casi del 2011, ai 142 del 2015. «Trattiamo 50 nuovi casi all’anno - spiega il direttore del Serd, il dottor Alessandro Pani – e dal 2001, anno d’avvio di Informagioco, abbiamo seguito oltre 450 giocatori». Sono soprattutto uomini (il rapporto rispetto alle donne è6 a 1), hanno un’età media di 50 anni (si va dai 19 agli 80 anni) e quasi esclusivamente italiani. Nell’85% dei casi, la dipendenza è legata alle slot. «Ogni dipendenza fa forza su un disagio – aggiunge Silvano Felisati, responsabile di Informagioco – quella da gioco è il surrogato di una droga. Mentre gioco l’«altro» non c’è e evado dai pensieri negativi». La ludopatia si abbina spesso ad altre patologie (come la depressione) e altre dipendenze (in particolare l’alcol, che all’inizio abbatte i freni inibitori). «Il giocatore in crisi d’astinenza è ansioso, irritabile. Si mette alla ricerca ossessiva di denaro e rischia di finire in mano agli usurai», continua Felisati. «Il regolamento? Iniziativa importante – dice Pani – affiancata a prevenzione e cura: l’obiettivo è creare una rete».
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