Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

I «ribelli» del Pd, la Cgil, la Lega: trivelle, si allarga il fronte del «Sì»

I dem veneziani contro la posizione dell’astensioni­smo. Nato il primo Comitato

- VENEZIA Monica Zicchiero

I «ribelli» del Pd, gli ambientali­sti, la Lega e la Cgil: si allarga il fronte del sì al referendum contro le trivelle. Greenpeace ieri in Strada Nuova ha organizzat­o un flash mob al grido di «El mar no se sbusa» con uomini sporchi di nero a simulare l’inquinamen­to da petrolio.

La questione trivelle ha introdotto nel Pd un cuneo: il naz ionale ha deci so per l’astensione ma gli eletti e la base sono di altro avviso. I consiglier­i regionali dem Graziano Azzalin, Stefano Fracasso, Piero Ruzzante, Cristina Guarda, Claudio Sinigaglia, Bruno Pigozzo, Andrea Zanoni e Francesca Zottis (insomma tutti, tranne Alessandra Moretti) hanno annunciato la loro battaglia per il sì. «Sul Delta del Po portiamo ancora le cicatrici e sopportiam­o i costi derivanti dalle estrazioni di metano andate avanti fino agli anni ‘60 – dicono - A chi dice che le trivellazi­oni non comportano alcun rischio consigliam­o di farsi un giro in quei meraviglio­si ambienti, facendosi spiegare come a causa della subsidenza ogni anno venga speso un milione e mezzo di euro per tenere in funzione le idrovore». Domani andranno nella sede di via Cecchini a spiegare la loro posizione. «Stiamo ascoltando tutte le voci – dice la segretaria provincial­e

 Menotto La riflession­e sulle energie rinnovabil­i è indifferib­ile

Gigliola Scattolin – Convochere­mo la direzione ai primi di aprile per decidere». Nei circoli cittadini del Pd la base vuole capire e organizza incontri. «La decisione dell’astensione non ha fermato alcuna iniziativa – dice la segretaria comunale Maria Teresa Menotto – Credo che una riflession­e sulle energie rinnovabil­i sia indifferib­ile». La battaglia per il Sì è in mano ai comitati cittadini e ai promotori: Michele Boato, Paolo Cacciari, Cristina Romieri, Isabella Albano, Cristiano Gasparetto. Con un aiuto della Lega non da poco. «Il più scatenato è il presidente della Regione, il leghista Roberto Ciambetti – annuisce Paolo Cacciari – Ma non vorremo che il referendum si traducesse in una battaglia delle Regioni contro il governo: l’obiettivo è farlo diventare un movimento largo e popolare come quello dei referendum sull’acqua. A Venezia abbiamo una responsabi­lità in più perché la città ha perso 60 centimetri con gli emungiment­i d’acqua per Porto Marghera». All’obiezione che in altre parti del mondo si faranno le estrazioni risponde con l’accordo di Parigi del 2015: per decarboniz­zare il pianeta e creare veri posti di lavoro bisogna far ricorso alle energie rinnovabil­i. Terremoti in pianura padana, subsidenza, cuneo salino non sono estranei alle trivelle, dicono gli ambientali­sti. A Modena un giacimento esausto di metano degli anni Cinquanta è usato come deposito di stoccaggio del gas dalla Russia e nelle cave sottomarin­e si immette acqua di mare, che risale nelle falde. «Ne risentono Chioggia, Venezia, Jesolo e nessuna di queste città si è fatta capofila per il sì – riflette Michele Boato , coordinato­re dei comitati – Con somma gioia abbiamo visto l’attivismo di Ciambetti e organizzer­emo con lui incontri nei comuni. Il tema è più grande delle beghe tra partiti. Tosi. Zaia, Finozzi, Tony Da Re, Bottacin, Variati: sono tutti impegnati».

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Greenpeace Il flash mob organizzat­o ieri a Venezia come in altre 21 città italiane per sensibiliz­zare l’opinione pubblica ad andare a votare

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