Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Veneto Banca e Bpvi? «Non esistono altre ipotesi di aggregazione»
Veneto Banca o Popolare di Vicenza? «Non esistono in questo schema». La risposta è secca, i mezzi toni aboliti. Pier Francesco Saviotti, ad del Banco è deciso, a fine assemblea, sulle possibili ricadute a Nordest dell’operazione Banco-Bpm. Uno schema spinto ad esempio dal sindaco di Verona, Flavio Tosi, che ha speso più volte l’indicazione su Veneto Banca. E che i pour parler preliminari dello scorso anno tra Verona e Montebelluna possono incentivare. Ma Saviotti spegne in maniera decisa possibili interventi salvifici: «Nei nostri ragionamenti non entrano le banche venete». Anche perché i paletti Bce su un’operazione «senza problemi» come quella con Milano non invitano certo a ipotizzare progetti ben più complicati. E comunque, aggiunge Saviotti, un piano B se salta l’operazione con Milano, non c’è: «Non abbiamo pronte altre aggregazioni». L’altro punto veneto rilevante intorno all’operazione Banco-Bp è il rapporto con Fondazione Cariverona. Che si presenta in assemblea, a Verona, con il suo 0,5% e dichiara «un’attenzione positiva» sulla fusione con Milano. Eppure negli ultimi interventi il neopresidente Alessandro Mazzucco si è mostrato prudente su tutti i dossier, Banco compreso. «C’è un tema obiettivamente di scarsità degli investitori istituzionali per cui i pochi attori come la Fondazione sono tirati da tutte le parti - dice il presidente Fratta Pasini -. E gli investimenti nel sistema bancario oggi vanno valutati con attenzione». Resta poi il tema della fusione Banco-Bpm, che lascia aperta la domanda di quanto siano difendibili storia e identità in una spa che attrae l’interesse della finanza. «L’alternativa - conclude Fratta Pasini - era tra lo star fermi o provare a governare il cambiamento condividendolo con un altro soggetto come Milano. Dopo una storia come la nostra in cui abbiamo mostrato di saper tenere insieme un modello condiviso tra Verona, Lodi e Novara». ( f.n.)