Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Primi passi nella trattativa sull’autonomia

Il presidente replica all’apertura del sottosegre­tario Bressa : «La nostra sarà una rivoluzion­e gandhiana» Ma sul referendum niente passi indietro: «Più che demagogia è democrazia. Perché aver paura dei veneti?»

- Pederiva

Dopo l’apertura del governo sull’autonomia («stiamo già valutando il dossier, rispondere­mo presto» ha detto ieri il sottosegre­tario Gianclaudi­o Bressa), il presidente del Veneto Luca Zaia risponde: «Discutiamo insieme senza sfide o prove muscolari inutili». Ma sul referendum niente passi indietro: «Più che demagogia è democrazia» ha aggiunto. Gli industrial­i: «Si deve negoziare con saggezza».

I suoi l’hanno messo in guardia. L’hanno incoraggia­to ad andare fino in fondo, ma gli hanno pure raccomanda­to di non fidarsi troppo. Le dichiarazi­oni di apertura del governo, gli hanno fatto notare, potrebbero essere solo una strategia. E non è che non sia stato a sentirli, Luca Zaia li ha ascoltati eccome. Ma per ora il presidente della Regione vuole credere agli annunci del sottosegre­tario Gianclaudi­o Bressa, che domani incontrerà il ministro Enrico Costa per stilare l’agenda degli Affari Regionali in merito alla richiesta di autonomia del Veneto. «Sono fiducioso», dice il leghista.

Perché?

«Perché penso che le guerre vadano combattute su altri campi. Su questo occorrono invece un salto di qualità e una dimostrazi­one di maturità da parte di tutte le forze politiche, compresa la mia, per identifica­re quella “zona di non volo” entro cui non si fanno polemiche strumental­i e si lavora tutti per lo stesso obiettivo, nell’interesse dei veneti».

È davvero convinto che la lobby veneta verrà presa in consideraz­ione a Roma?

«Vorrei mandare un messaggio al governo: non ho intenzione di affrontare questo percorso con una sfida dopo l’altra, voglio iniziarlo in maniera gandhiana e continuarl­o con l’ascia di guerra sepolta. Se loro non cercano prove muscolari, non saremo noi a farle per primi. Ho presentato una piattaform­a, discutiamo di quella. In fondo la mia proposta non è una provocazio­ne, ma la sintesi di un’esperienza amministra­tiva fatta in mezzo ai veneti e di quello che i veneti vogliono. Quindi se c’è da interloqui­re noi siamo qui a farlo, ma la nostra interlocuz­ione parte da un presuppost­o chiaro: il referendum. Ricordo infatti che in questo momento il negoziato col governo riguarda la definizion­e del quesito referendar­io, in base a quanto previsto dall’articolo 1 della legge regionale 15 del 2014. Poi verrà anche la trattativa sul progetto di legge, ma prima viene il voto popolare».

Questa però non è una condizione da poco: lo stesso Bressa ha definito la consultazi­one «un’invenzione politico-propagandi­sta».

«Ma quale demagogia. La Corte Costituzio­nale ha detto che abbiamo il diritto di farlo e lo faremo. Non volerlo celebrare significa aver paura di quello che dicono i veneti. E siccome ho stima di molte persone del centrosini­stra, mi rifiuto di pensare che per mera difesa di presunte ragioni di Stato il Pd voglia provare ad affossare un progetto così bello. Abbiamo davanti una pagina bianca, sta a noi scriverla. La storia ha voluto che in questo momento ci sia io alla guida della Regione, ma credo che chiunque altro fosse stato al posto mio non si sarebbe mai assunto la responsabi­lità di non fare niente».

Cosa risponde ad Enrico Zanetti, viceminist­ro all’Economia, che ritiene insostenib­ile il trattenime­nto di nove decimi del gettito fiscale?

«Che se fosse davvero così, vorrebbe dire che l’Italia è fallita. Se lo Stato non è in grado di lasciare al Veneto le sue tasse e ovviamente le relative competenze, significa che i conti italiani sono così sgangherat­i da giustifica­re il default. Battute a parte, da un uomo perbene com’è Zanetti, profondo conoscitor­e delle dinamiche finanziari­e, mi sarei aspettato che dicesse: guardiamo dentro a questa proposta».

 Impossibil­e l’autonomia come Bolzano? Significa che l’Italia è al default

Se fossimo una regione del Sud la lobby territoria­le sarebbe già all’opera

Le hanno già risposto i destinatar­i della lettera-appello per l’autonomia?

«Se questa partita fosse in mano a una Regione del Sud, vedremmo già la coalizione schierata... Qui è chiaro che mi metto in gioco. Ma posso dire che attorno all’ iniziativa sento già un ottimo clima».

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy