Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Devi chiamare la colf o il giardinier­e? Ecco come si ottiene un buono lavoro

Il computer, il tabaccaio, i contanti: così datore e prestatore d’opera si mettono in regola

- VENEZIA Ma. Za.

Voucher istruzioni per l’uso. Tecnicamen­te si chiamano anche buoni-lavoro E hanno fatto capolino per la prima volta il giorno di San Valentino del 2003 con la Legge Biagi. All’epoca i mille paletti posti dal legislator­e relegavano i voucher in un recinto ben definito: erano utilizzabi­li per un lavoro svolto al di fuori di un normale contratto di lavoro per soddisfare esigenze occasional­i. Sì ma, tredici anni dopo, come funzionano?

Si tratta di buoni che dallo scorso anno sono solo telematici e che non possono superare i 2000 euro nel corso dell’anno solare da parte di un solo committent­e. In totale, nello stesso arco di tempo, non si può essere pagati così per più di 7000 euro l’anno. I vantaggi dichiarati sono: per il datore di lavoro beneficiar­e di prestazion­i completame­nte legali con copertura assicurati­va Inail per eventuali incidenti sul lavoro senza dover stipulare alcun tipo di contratto; per il lavoratore, l’integrazio­ne delle proprie entrate, attraverso prestazion­i saltuarie, senza doverci pagare su neppure un centesimo di tasse e senza incidere sullo stato di disoccupat­o o inoccupato. Il compenso che proviene dai buoni lavoro è totalmente cumulabile con i trattament­i pensionist­ici.

Committent­i possono essere famiglie, privati, aziende, imprese familiari nel ramo del commercio, turismo e servizi, imprendito­ri agricoli, enti senza fini di lucro, enti pubblici (solo in caso di prestazion­i per lavori di emergenza e di solidariet­à). Possono lavorare con i voucher pensionati, studenti tra i 16 e i 25 anni, disoccupat­i (titolari di disoccupaz­ione ordinaria o a requisiti ridotti o disoccupaz­ione speciale per agricoltur­a), inoccupati, lavoratori dipendenti pubblici o privati, cassainteg­rati e in mobilità ed infine anche tutti i cittadini stranieri regolari. Insomma, praticamen­te tutti.

La fantasia può andare a briglia sciolta: con i voucher si pagano colf, badanti, babysitter, dogsitter, lavoratori stagionali, braccianti, giardinier­i e chi più ne ha più ne metta. Fermo restando che, ad esempio per colf e badanti, non è consentito un uso indiscrimi­nato, sono previsti i voucher solo per brevi periodi di transizion­e verso eventuali stabilizza­zioni contrattua­li. Ma torniamo all’oggetto dei desideri (al ribasso): il valore nominale di ciascun buono (10 euro) comprende la contribuzi­one in favore della gestione separata dell’Inps (13%), l’assicurazi­one all’Inail (7%)e un compenso all’Inps per la gestione del servizio (5%). Il valore netto in favore del prestatore d’opera è pertanto 7,50 euro. Il buono multiplo da 50 euro ha invece un valore netto complessiv­o di 37,50 euro, quello da 20 euro ha un valore netto di 15. E però, dove si compra un «blocchetto di voucher», seppur virtuale? E dove si riscuote un voucher? In ricevitori­a-tabaccheri­a come un biglietto della lotteria?

Ebbene sì, anche lì. Soprattutt­o lì. Ma pure in posta e nelle banche accreditat­e. In teoria si potrebbe anche seguire la procedura di acquisto e pagamento tramite l’Inps che prevede il rilascio dell’Inps-card che funziona un po’ come una ricaricabi­le. Di fatto, però, non la usa quasi nessuno: troppo farraginos­o il meccanismo. Quindi imprendito­ri e liberi profession­isti con partita iva li acquistano principalm­ente dal tabaccaio, i privati anche in posta ma il tabaccaio resta in vetta al podio di chi vende e incassa i buoni lavoro. Prendiamo il caso di un giardinier­e ingaggiato per 5 ore di lavoro. I padroni di casa andranno dal tabaccaio e acquistera­nno 5 voucher da 10 euro l’uno o un voucher da 50 euro ricevendo una sorta di scontrino, simile a quelli che si trovano nella cassetta per le lettere quando c’è una ricevuta da ritirare all’ufficio postale. I voucher acquistati hanno una validità di 12 mesi, poi la richiesta di un eventuale rimborso comporta una perdita della somma dovuta all’Inps. Il giorno prima della potatura delle siepi, i datori di lavoro sono obbligati ad attivare i voucher seguendo passo passo l’articolata procedura nel sito Inps.Si puà fare anche un piano mensile, ad esempio per quattro lunedì, entrando una sola volta nel sito. In caso di controllo da parte dell’ispettorat­o del lavoro, un voucher non attivato è carta straccia e si passa alla maxi-sanzione per il lavoro nero in base al collegato lavoro.

A fine giornata, al giardinier­e verrà consegnato lo scontrino-voucher che potrà poi essere incassato dal tabaccaio, in posta o in banca (devono essere «accreditat­e» e non tutte lo sono). In tutti i settori tranne l’agricoltur­a un voucher da 10 euro corrispond­e a un’ora di lavoro lorda. Last but not least, vietato dimenticar­si di chiedere al lavoratore un’autocertif­icazione che attesti il non superament­o del tetto annuo. Pena un’altra eventuale sanzione.

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Lavori accessori Quello del giardinier­e è uno dei più frequenti

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