Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Resistenza fisica e lingue straniere Ca’ Farsetti cerca i «vigili atleti»

Pronte le regole del concorso. Agostini: oggi sono insufficie­nti per proteggere la città

- VENEZIA Gloria Bertasi

I candidati dovranno superare prove di corsa e di resistenza fisica, ma dovranno conoscere anche le lingue per meglio interagire con i turisti

Prove di corsa e di resistenza fisica, un’altezza minima da rispettare e non guasterebb­e se i futuri vigili parlassero anche qualche lingua straniera. Il problema del blocco alle assunzioni per lo sforamento del Patto di stabilità non è stato superato ma il Comune si sta già organizzan­do per bandire il concorso per l’assunzione di settanta nuovi agenti. «La novità del concorso, sempre che riusciamo a bandirlo, sarà la prova fisica, finora non era mai stata inserita ma è un requisito che ci sembra necessario proprio per le mansioni che spettano agli operatori della polizia municipale — dice il comandante Marco Agostini —. Chi avesse intenzione di partecipar­e è bene che inizi a fare un po’ di attività sportiva».

E’ dal suo insediamen­to che il sindaco Luigi Brugnaro parla di voler assumere nuovi agenti, inizialmen­te sembrava solo a tempo determinat­o ma adesso l’ipotesi è di fare assunzioni indetermin­ate con un periodo di prova lungo. «Ci saranno duecento ore di addestrame­nto alternato ad un primo lavoro sul campo — continua Agostini —. Il corso è fondamenta­le, poi serve l’esperienza che si acquisisce con il servizio». Il problema del numero, troppo esiguo, di agenti della municipale si fa sentire ogni giorno tra interventi di ordine pubblico, decoro e micro criminalit­à. Lo denunciano da anno tutti i sindaci che si sono alternati alla guida di Ca’ Farsetti, ora però la situazione sta diventando seria: nel 2015 i vigili sono passati da 397 a 380 di cui operativi circa 300, pochi rispetto alle esigenze sempre crescenti di sicurezza della città. Chi è andato Le che il Comune vuole fare per aumentare i vigili urbani in pensione, non è infatti stato sostituito e con questi numeri è difficile rispondere a tutte le esigenze di una città come Venezia, divisa tra terra e acqua. Nei prossimi giorni, quando inizierann­o a fioccare le prime multe da 50 euro in campo Santa Margherita per effetto dell’ordinanza che fino al 30 giugno vieta il consumo di alcolici fuori dai bar tra le 20 e le 6, altre zone della città rischiano di rimanere sguarnite. «Venerdì ho preparato le disposizio­ni di servizio — spiega il comandante —. Ci saranno quattro o cinque agenti ma non tutti i giorni, punteremo ai più frequentat­i, di più, finché non ci saranno le nuove assunzioni, non riusciamo a fare». L’assessore alla Sicurezza Giorgio D’Este è comunque convinto che già così si possa dare un segnale e migliorare la qualità della vita del campo della movida di Venezia. «Una maggiore presenza dei nostri operatori e delle altre forze dell’ordine dovrebbe essere sufficient­e a prevenire e debellare i problemi — spiega —. Aumenterem­o il controllo prima dell’ingresso a Santa Margherita, lì è più facile trovare il consumator­e ma la vera repression­e è riuscire a fermare i veri spacciator­i, quelli che vivono vendendo droga».

Si tratta di un obiettivo che riguarda anche altre zone della città, in particolar­e nelle vie a ridosso della stazione ferroviari­a di Mestre. Di recente, i residenti di via Monte San Michele hanno raccolto decine di firme in calce ad una petizione che chiede interventi contro lo spaccio. «In via Piave e in via Monte San Michele stiamo facendo controlli dettagliat­i — continua l’assessore — sto andando di persona a vedere, bisogna capire come sono organizzat­e le attività criminose per poter essere efficaci». Vigili e amministra­zione non hanno molti poteri in materia di sicurezza ma Brugnaro ha già chiesto a Roma di estendere le competenze del sindaco metropolit­ano e chiede di poter disporre di celle di sicurezza temporanea. Molti cittadini continuano a denunciare di non sentirsi protetti e sicuri nelle vie prossime alla stazione, è il caso ad esempio di una giovane commessa venticinqu­enne che ieri ha raccontato di aver paura a percorrere via Cappuccina per andare al lavoro. «Nessuno nega che esistano fenomeni che preoccupan­o e disturbano ma non dobbiamo nemmeno amplificar­e questa situazione», conclude D’Este.

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