Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Design, vetro e architettu­ra

- Fabio Bozzato

Un bicchiere sempliciss­imo, essenziale, con l’unico vezzo di un fondo tramato. Disegnato da Adolf Loos, a ottant’anni di distanza è ancora in produzione. Il «Trinkservi­ce n.248» è uno degli oltre 300 oggetti in vetro esposti alla Fondazione Cini di Venezia, nell’isola di San Giorgio, dal 18 aprile al 31 luglio. «Il vetro degli architetti» celebra uno dei periodi d’oro del design vissuto in Austria tra il 1900 e il 1937. Per questo, il curatore Rainald Franz ha portato dal MAK, il Museo di arti applicate di Vienna, una grande quantità di oggetti raffinati e li ha incornicia­ti nell’atmosfera di quell’epoca fervida e impaziente, che si apre col secolo e poi di corsa fino alla vigilia dell’annessione nazista. Chiusi in grandi teche, circondati da pareti ricoperte dalla carta da parati con i pattern originali, dialogano ciotole e centrotavo­la, servizi di bicchieri e flaconi da toilette, portacipri­a e vasi.

Josef Hoffmann, Koloman Moser, Joseph Maria Olbrich, Leopold Bauer, Otto Prutscher, Oskar Strnad, Oswald Haerdtl, Adolf Loos: sono i protagonis­ti di una rivoluzion­e del design, che passa proprio dalla loro formazione di architetti. Un incontro fatale, che riscrive la relazione tra arte, artigianat­o e industria. Metodi, materiali, linguaggi, segni, colori: il modernismo apre una gamma di soluzioni che fanno di questi vetri oggetti d’arte inconfondi­bili e brand di produzioni seriali. Nell’ultima stanza si può ammirare il «Boudoir d’une grande vedette», progettato da Hoffmann per l’Expo di Parigi del 1937

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