Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

«Ora Zaia fermi le trivelle di terra»

Dal M5S al Pd chiesto il blocco degli impianti. «A Collalto gas stoccato sotto i colli del Prosecco»

- VENEZIA Bonet

Il giorno dopo il flop referendar­io, le opposizion­i tornano a tuonare contro il via libera della Regione alle trivelle sulla terraferma, nel Trevigiano. Dai Cinque Stelle ai democratic­i, chiesto uno stop al governator­e: «Non c’è solo Nervesa, a Collalto costruito un mega impianto sotto i colli del Prosecco». L’assessore Gianpaolo Bottacin replica: «Renzi dà il via libera alle trivelle e quelli del Pd se la prendono con Zaia, che le combatte. Comunque i controlli sono già stati attivati.

Neppure il tempo di archiviare il (fallito) referendum sulle trivellazi­oni in mare, e fare ordine tra le mille contraddiz­ioni emerse in queste settimane, che già in Regione si apre un nuovo fronte, quello relativo alle estrazioni in terraferma.

Il Movimento Cinque Stelle, col senatore Enrico Cappellett­i, ha sollevato sabato il caso dell’impianto Appennine Energy in funzione a Nervesa della Battaglia, nel Trevigiano (60 mila metri cubi di gas estratti ogni giorno), autorizzat­o dalla Regione dopo parere favorevole della commission­e Via, e ha accusato il governator­e Luca Zaia di «predicare bene e razzolare male» visto che da un lato dice no alle trivelle in mare ma dall’altro dice sì a quelle ai piedi del Montello. Ora il capogruppo pentastell­ato in consiglio regionale, Jacopo Berti, chiede al governator­e di dar prova della sua coerenza, facendosi promotore con la stessa verve mostrata in questi giorni di un’analoga mobilitazi­one contro gli impianti nel Trevigiano, suo storico feudo: «Altrimenti potrebbe venire il sospetto che il suo attivismo fosse legato soltanto alla carica antirenzia­na che il referendum ha finito per assumere - chiosa Berti -. Noi vogliamo credere nella sua coerenza, che la sua fosse una battaglia nel merito e non ideologica. Per questo ci attendiamo che Zaia faccia di tutto per fermare anche le estrazioni in terraferma». Divieto totale, insomma, sulla scia di quanto deciso nell’ottobre scorso per l’area del Parco del Delta del Po (in quanto tale, però, ricadente sotto giurisdizi­one regionale). In cambio, i Cinque Stelle assicurano appoggio sulla proposta di azzerament­o del quorum, vecchio pallino di Grillo rilanciato domenica sera da Zaia, e suggerisco­no di attivare il voto digitale, così come fatto in Lombardia per il referendum autonomist­a.

La Regione, rispondend­o a Cappellett­i, si è difesa sostenendo che il suo via libera è stato «prettament­e tecnico» e che sul piano amministra­tivo è impossibil­e bloccare una concession­e data dal ministero dello Sviluppo e autorizzat­a dai tecnici della commission­e Via. Ma il dem Andrea Zanoni non ci sta: «Non è vero che la Regione non può fare nulla. Può controllar­e, verificare, interloqui­re con le autorità di controllo. E tra queste ci sono l’Arpav e il Genio civile, che non dipendono certo dallo Stato. Insomma, i margini per intervenir­e ci sono eccome». Anche perché, continua l’ambientali­sta Pd, non c’è mica solo Nervesa. Non molto lontano da lì, a Collalto di Susegana, «nel bel mezzo delle colline del Prosecco che Zaia vorrebbe inserire tra i patrimoni dell’Unesco», c’è un sito di stoccaggio dell’Edison che «solo dopo due mie interrogaz­ioni verrà sottoposto alle verifiche della direttiva Seveso Tre, quella sulla correlazio­ne tra le estrazioni e i terremoti».

La concession­e di Collalto, data nel 1994 e ampliata nel 2009, si estende su 89 chilometri quadrati e comprende una centrale di raccolta a cui sono allacciati 17 pozzi di stoccaggio, 3 pozzi di monitoragg­io ed un pozzo di produzione, per una capacità a pieno regime di 800 milioni di metri cubi di gas. «Sul finire del 2015 - ricorda Zanoni - in California, in un sito di stoccaggio di questo tipo si è verificato un incidente dalle conseguenz­e seconde solo al disastro del 2010 nel Golfo del Messico». L’assessore all’Ambiente Gianpaolo Bottacin ride amaro: «Questi del Pd sono davvero forti. Il loro premier, che incidental­mente è pure segretario del partito, dà il via libera alle trivelle e loro se la prendono con Zaia, che le combatte, fingendo di non sapere che la Regione non può far nulla, perché tutto dipende dal ministero e da organi tecnici come la commission­e Via. Comunque stiano tranquilli che tutto ciò che potevamo fare è stato fatto, con prescrizio­ni severissim­e, il coinvolgim­ento dell’Arpav, del Genio e perfino dell’Istituto di Oceanograf­ia e di Geofisica di Trieste. Solo a Collalto ci sono 10 stazioni di controllo».

Detto della contraddiz­ione evidenziat­a da Bottacin tra Pd Veneto e Pd nazionale (con la capogruppo Alessandra Moretti astenutasi davanti ad un quesito «confuso, pretestuos­o e ulta tecnico» mentre il resto del suo gruppo votava compatto per il «sì») e di quella sottolinea­ta dal M5s quanto a Zaia e alla Lega (dato per acquisito che il via libera della Regione è stato soltanto tecnico, comunque non si ricorda in difesa di Nervesa e Collalto una guerra come quella scatenata in questi giorni e pure Matteo Salvini è apparso assai tiepido sull’argomento rispetto al solito), resta il fatto che dopo il voto di domenica in realtà nulla cambia per il Veneto, dove il divieto imposto dal 1991 a difesa del Golfo di Venezia, per via del rischio subsidenza, blocca tutte le concession­i. In Alto Adriatico, entro le 12 miglia, se ne contano 4 di ricerca e 6 di coltivazio­ne; l’unica piattaform­a, «Ada 2-3-4» costruita nel 1982 al largo di Chioggia, per le stesse ragioni non è neppure allacciata alla rete. E però, c’è un però: grazie alla norma voluta dal Governo, ora quelle concession­i «congelate», potrebbero essere rinnovate fino ad esauriment­o dei giacimenti (in 4 casi Eni ha già fatto istanza di proroga). E se tra qualche anno la scienza dovesse dimostrare che non c’è alcuna correlazio­ne tra le trivellazi­oni e la subsidenza?

 Berti (M5s) Ora Zaia dimostri tutta la sua coerenza

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