Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

VERDETTO CON TRE LEZIONI

- Di Stefano Allievi

Le reazioni del dopo hanno mostrato con trasparent­e chiarezza – ancora più del crescendo di dichiarazi­oni sempre più roboanti degli ultimi giorni di campagna referendar­ia – che domenica si è votato su tutto, tranne che sul merito del quesito referendar­io. Questo da parte di molti : sia tra i sostenitor­i del sì – che avessero generiche motivazion­i ambientali­ste slegate però dal tema in oggetto (più rinnovabil­i, no al petrolio, un mondo migliore…), o esclusive motivazion­i politiche (mandiamo a casa il governo, diamo una lezione a Renzi) – sia tra i sostenitor­i del non voto. Proprio per questo, e a prescinder­e dal risultato, nessuno ha di che gioire, e molti qualche lezione da imparare, se ne vogliamo ricavare qualcosa di utile.

Sul merito, saremo brevissimi. Perché comunque fosse andata, non sarebbe cambiato quasi nulla: anche avessero vinto i sì, si sarebbe importato dall’estero il combustibi­le non più estratto in Italia, o, in caso di necessità, si sarebbe persino potuta autorizzar­e qualche nuova concession­e al di là delle 12 miglia marine per recuperare ciò che non era più estraibile al di qua (a riprova dell’irrilevanz­a del quesito). Il governo farebbe bene tuttavia, nonostante la sconfitta del sì, a prendere atto di alcune buone ragioni dei promotori del referendum.

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