Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
VERDETTO CON TRE LEZIONI
Le reazioni del dopo hanno mostrato con trasparente chiarezza – ancora più del crescendo di dichiarazioni sempre più roboanti degli ultimi giorni di campagna referendaria – che domenica si è votato su tutto, tranne che sul merito del quesito referendario. Questo da parte di molti : sia tra i sostenitori del sì – che avessero generiche motivazioni ambientaliste slegate però dal tema in oggetto (più rinnovabili, no al petrolio, un mondo migliore…), o esclusive motivazioni politiche (mandiamo a casa il governo, diamo una lezione a Renzi) – sia tra i sostenitori del non voto. Proprio per questo, e a prescindere dal risultato, nessuno ha di che gioire, e molti qualche lezione da imparare, se ne vogliamo ricavare qualcosa di utile.
Sul merito, saremo brevissimi. Perché comunque fosse andata, non sarebbe cambiato quasi nulla: anche avessero vinto i sì, si sarebbe importato dall’estero il combustibile non più estratto in Italia, o, in caso di necessità, si sarebbe persino potuta autorizzare qualche nuova concessione al di là delle 12 miglia marine per recuperare ciò che non era più estraibile al di qua (a riprova dell’irrilevanza del quesito). Il governo farebbe bene tuttavia, nonostante la sconfitta del sì, a prendere atto di alcune buone ragioni dei promotori del referendum.