Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Migranti ospiti di 10 famiglie padovane «Qui grazie al corridoio umanitario» Progetto pilota della Comunità di Sant’Egidio: offerte da tante donne single

- PADOVA

Sono padovane le prime dieci famiglie venete che accogliera­nno i profughi in arrivo con il corridoio umanitario creato dalla Comunità di Sant’Egidio, dalla Federazion­e delle Chiese evangelich­e e della Tavola Valdese per consentire a un primo contingent­e di mille tra libanesi, marocchini ed etiopi vulnerabil­i (bambini malati, vedove con tanti figli, anziane sole) di approdare in sicurezza in Europa. Cioè evitando i viaggi della morte sul Mediterran­eo per essere ace compagnati a destinazio­ne con voli pagati dai promotori del progetto pilota dopo essere stati identifica­ti alla partenza dalle ambasciate italiane e aver ottenuto il visto per motivi umanitari. La Comunità di Sant’Egidio, nata nel 1968 a Roma per aiutare i più deboli cioè poveri, anziani soli e da due anni anche i migranti, dal 1991 opera a Padova, Treviso, Mestre, Schio e Thiene e ha ricevuto molte offerte di ospitalità in famiglia. «Hanno telefonato soprattutt­o donne single con case grandi — conferma una delle responsabi­li, Alessandra Coin — sono disposte a prendersi cura di donne sole, mamme con bambini, anziane. Ci stiamo organizzan­do per accoglierl­i al più presto. Vogliamo scrivere una nuova pagina della storia dell’ondata migratoria».

Il progetto dei corridoi umanitari è stato presentato ieri a Padova, dove stasera la Comunità di Sant’Egidio ricorderà con una preghiera, prevista alle 19.30 nella chiesa dell’Immacolata, le 800 vittime del naufragio dei migranti avvenuto nell’aprile 2015 al largo della Libia. «Tra i due sentimenti suscitati dall’arrivo di persone senza speranza, cioè silenzio e allarmismo, è nato il bisogno di dire basta alle stragi del mare — ha scandito Cesare Zucconi, direttore generale della Comunità —. E poi l’Italia ha bisogno di immigrati, che oggi pagano le pensioni di 600mila cittadini. Il saldo tra la spesa per i rifugiati e ciò che producono gli stranieri regolari è in attivo di 5 miliardi di euro. E allora siamo sicuri che la chiusura delle frontiere sia la strada giusta per difenderci dal terrorismo? Secondo noi una soluzione sono i corridoi umanitari, che tra l’altro allo Stato non costano niente, perchè pagano tutto le associazio­ni. Mi auguro siano sempre di più». «I corridoi umanitari hanno un senso — ha detto il professor Stefano Allievi, docente di Sociologia e direttore del master sull’Islam in Europa all’Ateneo di Padova — evitano migliaia di morti e sfruttano meglio le risorse impiegate. Con quello che l’Europa sta spendendo per un piano d’emergenza che non funziona avremmo creato migliaia di posti di lavoro qui e nei Paesi d’origine dei profughi».

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Alessandra Coin E’ una delle responsabi­li della Comunità di Sant’Egidio di Padova

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