Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Voucher, le proposte degli ispettori «Contro i furbi serve la numerazione»
Scoperti migliaia di irregolari: «Il buco nero? Edilizia e servizi»
Sul giornale di domenica scorsa abbiamo presentato una nostra inchiesta sul sistema dei buoni lavoro, i cosiddetti voucher. Il Veneto è la seconda regione italiana per utilizzo
Gli ispettori della Direzione territoriale del lavoro di Venezia ne hanno viste tante ma sono rimasti sbigottiti nel trovare lavoratori pagati con i voucher persino in un’agenzia di pompe funebri. Una rapida ricognizione fra chi si occupa proprio di controllo della regolarità nel mondo del lavoro conferma i dubbi avanzati da sindacati e giuslavoristi riportati nella nostra inchiesta di domenica scorsa: i voucher sono una manna per chi tenta di aggirare la legge.
Franca Cossu, in prima linea da anni come responsabile della Direzione per la provincia di Venezia non ci gira intorno: «Qui il voucher ha soppiantato forme già molto flessibili come i contratti a termine, a chiamata e persino l’apprendistato. E se in alcuni casi ha un senso, penso alla stagionalità, in altri fa riflettere». Nel 2015, nel Veneziano, i monitoraggi sono stati il più possibile assidui, tenendo conto di un organico che dal 2010 a oggi è passato da 40 a 17 ispettori per un totale di 1740 aziende controllate e 608 lavoratori in nero scoperti. «Il problema, - spiega Cossu – è che moltissimi erano fintamente coperti da voucher o non correttamente attivati o in numero molto ridotto rispetto alle ore effettivamente lavorate». Piccola diga, dallo scorso anno con il codice appalti, è il divieto di utilizzare voucher in situazioni di appalto o subappalto e non pochi casi sono stati scoperti in edilizia. A quel punto è stato possibile riconvertire le posizioni di lavoro in contratti regolari. Il controllo sull’utilizzo più o meno fraudolento dei voucher somiglia spesso ad una corsa a ostacoli «persino nelle statistiche previste dal Ministero del Lavoro – conclude Cossu – non è presente una voce specifica, c’è
Il più «ricco» è Giampietro Brunello, veneziano, classe 1941, amministratore delegato della Società per gli Studi di settore (Sose), che stando al bollettino relativo alla situazione patrimoniale e al reddito 2015 su anno di imposta 2014 di titolari di cariche reso noto dalla Presidenza del Consiglio dei ministri, dichiara 690.157 euro. In seconda posizione Giulio Burchi, amministratore delegato dell’A4 Serenissima Holding spa, con 683.195 euro, e staccato in terza posizione e con 458.462 euro Eutimio Mucilli, ad della Società concessioni autostradali venete Cav (di cui era consigliere) dopo le dimissioni di Piero Buoncristiano. Nella top ten pure Luigi De Anna, liquidatore di Aeroporti vicentini spa (ha dichiarato 358.963 euro), il direttore generale della Fiera di Vicenza (274.672) Corrado Facco, Alfredo Righetto, amministratore delegato della «Pragma Blue srl» di Brendola, di «Futura innovazione spa» e della «Interfarm» di Vicenza, e l’ex assessore regionale Oscar De Bona, che come presidente uscente di Longarone Fiere resta con una «situazione patrimoniale invariata» di 127.189 euro.
In mezzo c’è Paolo Baratta, che lo scorso dicembre il ministro della Cultura, Dario Franceschini, ha confermato per il quarto mandato consecutivo alla presidenza della Biennale di Venezia e che ha dichiarato 246.880 euro. Spulciando l’elenco, si arriva anche alla prima donna: è Elisabetta Boscolo, segretario generale della Camera di Commercio di Vicenza, che oltre a 140.568 euro dichiara una casa di proprietà a Padova e 51 azioni della Banca Popolare di Vicenza. Dietro di lei Emanuela Fattorel, segretario regionale della Camera di Commercio di Pordenone (109.652 euro) e Giovanna Mazzer, consigliere delegato della «Treviso Mercati spa», che ha un reddito di 31.445 euro. Per restare però nell’ambito delle Camere di Commercio, il segretario generale di quella di Verona, Cesare Venere, dichiara 159.994 euro, 17 azioni del Banco Popolare di Verona, 1231 della Cattolica Assocurazioni, 10mila di Telecom Italia, 2.100.000di Etfs Gas.
E gli ultimi in classifica? Eccoli: Denis Susanna, vicepresidente del Gal dell’Alta Marca Trevigiana, che conta su 13.034 euro l’anno, una Mercedes C200 e una Mbw 318 e Gabriele Ferraro, presidente del mercato ortofrutticolo di Villafranca, Comune in cui certifica un immobile di proprietà oltre a un reddito di 4.786 euro.
In tutto ciò arriva la notizia che il rettore dell’Università di Padova, Rosario Rizzuro, si taglierà del 10% un compenso di circa 96.500 euro. Emerge dalla relazione su indennità di funzione e compensi presentata ieri al cda di Ateneo dal prorettore vicario Giancarlo Dalla Fontana, che ha portato a termine l’incarico ricevuto proprio da Rizzuto. (r.r)