Chiama la polizia, ma è una vendetta del fidanzato

Chiama ambulanza e polizia per una persona svenuta a causa di un cocaparty e li manda a casa del suo fidanzato. Dove non c’era però nessuna festa a base di droga, ma il suo uomo che si intratteneva con due brasiliani. Per questo un 24enne romeno di Eraclea, è finito a processo con l’accusa di procurato allarme. I fatti risalgono al mentre era di spalle, tra l’ingresso e la cucina, dove è stato trovato il corpo. Un proiettile che l’ha centrata poco al di sotto della nuca. A chiarire la dinamica sarà l’autopsia, che verrà eseguita dal medico legale Cristina Mazzarolo.

La dinamica, agli occhi dei militari, appare però chiara. Alle prime ore del mattino Pavan ha impugnato la pistola e ha ucciso la convivente. Subito dopo ha telefonato alla parente che abita a trecento metri, informandola di quanto gennaio del 2013. Dopo la chiamata al 118. Scattano le procedure di emergenza, l’ambulanza corre nell’abitazione e i partono anche le pattuglie. Ma quando arrivano all’indirizzo. «Sarà stato il mio ragazzo a chiamare, abbiamo litigato via sms». Il 24enne è stato denunciato e dovrà affrontare un processo. aveva appena fatto e all’arrivo del cugino, sentendo il rumore dell’auto, si è sparato in bocca, crollando in camera da letto, dove è stato trovato agonizzante. «Ha voluto avvisare qualcuno», aveva spiegato il nipote di Pavan, Fiorenzo Zichele. «Io quella notte avevo il telefono spento e aveva provato a chiamarmi – continua il nipote - Su Facebook ho appreso la notizia». Fiorenzo aveva visto lo zio l’ultima volta giovedì, due giorni prima del dramma e gli era sembrato turbato, preoccupato nel non vedere un progresso nelle cure contro un melanoma diagnosticato l’anno scorso, per non potersi più dedicare alle faccende domestiche come tagliare l’erba e prendersi cura dei campi, per l’auto che non partiva, e per il pensiero che la compagna non ce l’avrebbe fatta a fare tutto. Un mix che l’ha spinto al gesto estremo.