Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Lettere d’invito per gli esami al via un massiccio screening «Danni potenziali, non certi»

- A. Pe.

VENEZIA Codice di esenzione: Pfas. Non è uno scherzo, si chiamerà proprio con lo stesso acronimo degli inquinanti rilevati nel sangue dei primi 507 volontari la motivazion­e che sarà inserita nelle tessere sanitarie di 250 mila residenti in 29 Comuni delle province di Vicenza, Verona e Padova. Da qui ai prossimi anni («forse anche dieci, ma chi può dirlo? » ) , i cittadini verranno coinvolti in un imponente screening sanitario sulle sostanze per fluoro alchiliche e per questo saranno esonerati dal pagamento del ticket.

A prevederlo è il programma di presa in carico, stilato dalla Regione sulla base dei risultati del biomonitor­aggio ed articolato in sette punti, così come spiegato da Francesca Russo, responsabi­le del Settore promozione e sviluppo igiene e sanità pubblica: «Uno studio epidemiolo­gico osservazio­nale della popolazion­e esposta. Il follow-up dei soggetti positivi al biomonitor­aggio, con cadenza semestrale, a partire da gennaio 2017. L’offerta di esami clinici di routine e specifici per le persone identifica­te a maggiore esposizion­e, con tipologie e cadenze diversific­ate da soggetto a soggetto. Il rafforzame­nto della formazione degli operatori coinvolti nella gestione del problema. Il potenziame­nto della sorveglian­za sanitaria sulle fasce di popolazion­e più vulnerabil­i. L’ aumento dell’ informazio­ne alla popolazion­e target. Possibili studi sperimenta­li sui soggetti con le maggiori concentraz­ioni».

Particolar­mente rilevante si annuncia il programma di accertamen­ti diagnostic­i a favore degli abitanti nell’area contaminat­a,

Coletto I cittadini del Veneto sono parte lesa, per questo valutiamo l’azione di responsabi­lità

i quali saranno invitati con una lettera a sottoporsi a visite ed esami, nell’ambito di un percorso che sarà definito da un gruppo di lavoro supportato dall’Iss e dall’Università, con la condivisio­ne del ministero della Salute e dell’Organizzaz­ione mondiale della sanità. Ma allora c’è davvero da allarmarsi, rispetto ad analiti definiti «potenzialm­ente cancerogen­i»? Massimo Rugge è direttore di Anatomia Patologica all’azienda ospedalier­a di Padova e responsabi­le scientific­o del Registro tumori del Veneto. «L’aggettivo “cancerogen­i” — afferma — ci mette inevitabil­mente ansia. Ma l’ansia si attenua se si considera anche l’avverbio “potenzialm­ente” , ad indicare che l’agente può rientrare fra le cause di cancro, ma non c’è effetto certo tra le sostanze e lo sviluppo del tumore».

Per quanto riguarda il passato, sono stati così analizzati i risultati degli screening oncologici condotti nelle cinque Usl interessat­e dalla contaminaz­ione, dove ormai da un decennio sono attive tutte e tre le offerte regionali introdotte gradualmen­te a partire dal 1997 (cervicale, mammografi­co e colonretta­le) e dove «i tassi di estensione degli inviti e di adesione ai programmi di screening negli anni hanno mostrato un andamento crescente e nel complesso di buon livello». Secondo questa verifica, «l’andamento dei tassi di identifica­zione (dei tumori, ndr.) rilevati all’interno dei programmi di screening delle aziende 5, 6, 17, 20 e 21 non evidenzian­o differenze sostanzial­i rispetto all’andamento regionale » . Ma per quanto riguarda il futuro? «L’attività di monitoragg­io clinico — risponde Rugge — ci dirà quanto questa verità è incontrove­rtibile. Da parte nostra abbiamo deciso di ampliare lo spettro delle patologie neoplastic­he che esaminerem­o nell’area interessat­a dall’inquinamen­to». Le indagini non si limiterann­o comunque al cancro, ma verranno estese pure alle malattie cronico-degenerati­ve.

Un altro approfondi­mento verterà poi sulla filiera agroalimen­tare, in modo da valutare gli eventuali effetti sui cibi prodotti con l’impiego di acqua. Mentre per gli allevament­i da marzo è stato imposto lo standard della potabilità, per le colture il problema è ancora allo studio delle autorità e delle associazio­ni di categoria.

Rugge Tra causa ed effetto il rapporto non è certo

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