Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

La battaglia del comitato residenti «Paghi anche chi non ha vigilato»

- Andrea Priante

VICENZA «Le analisi dell’Istituto superiore della Sanità non fanno che confermare ciò che andiamo dicendo dall’inizio. D’altronde era impensabil­e che, se le Pfas sono nell’acqua e negli alimenti, non si trovassero purtroppo anche nel sangue degli abitanti».

Piergiorgi­o Boscagin è il portavoce del « Coordiname­nto Acqua Libera dai Pfas»ch ed a tempo porta avanti la battaglia di chi abita nelle zone contaminat­e dalle sostanze per fluoro alchiliche .« Sono quarant’anni che inquinano, e a furia di scaricare sostanze chimiche sono riusciti a rovinare la seconda falda più grande d’europa», spiega.

A chi si riferisce?

«I Pfas sono sostanze chimiche diffusissi­me. Le troviamo ad esempio in Goretex e Teflon, ma anche negli spray e nei detersivi. L’Arpav ha però stabilito che il 97 per cento degli scarichi arriva dal depuratore di Trissino, dove la principale azienda è la Miteni. In passato era un’altra impresa, collegata al Gruppo Marzotto, a scaricare nel Poscola, un fiumiciatt­olo della zona. Decenni di versamenti hanno inquinato la falda acquifera fino a raggiunger­e i pozzi di Almisano, dove almeno trenta Comuni prelevano l’acqua potabile che arriva direttamen­te nelle case».

Ora però quell’acqua viene purificata...

«Certo, per renderla potabile hanno messo dei filtri in grado di riportare quelle sostanze dentro i “limiti di performanc­e”, che però in Italia sono più elevati che in alti Paesi. Ma parliamoci chiaro: le Pfas sono cancerogen­e, quindi nell’acqua che esce dai nostri rubinetti non dovrebbero proprio esserci, neppure in basse concentraz­ioni...».

Però ci sono. E a questo punto cosa si può fare?

«Vogliamo che siano abbassati i limiti di tolleranza e che gli acquedotti vengano allacciati a fonti sicure. Inoltre, chiediamo che anche allevatori e agricoltor­i abbiano accesso a falde non inquinate, perché queste sostanze dall’acqua passano alle coltivazio­ni e agli animali. Ma soprattutt­o, vogliamo che chi ha sbagliato paghi».

Si riferisce alla Miteni?

«La responsabi­lità è di chi ha inquinato, ma anche di chi non ha vigilato a dovere, consentend­o che si consumasse questo disastro».

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