Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Bpvi: c’è l’ok, parte l’offerta delle azioni Reclami per 1 miliardo

E Atlante blinda l’aumento di capitale

- F. N.

VICENZA Bpvi, dal prospetto della Consob emerge il quadro preciso della situazione della Popolare vicentina. Sono 4.752 i reclami presentati dalla clientela, per un valore complessiv­o di un miliardo. Via libera all’offerta delle azioni. Atlante garantisce l’aumento di capitale.

VICENZA Popolare di Vicenza, Consob dà il via libera all’aumento di capitale, per un esordio in Borsa previsto il 3 maggio. E con la rete protettiva del fondo Atlante che «blinda» l’operazione anche nello scenario peggiore della mancata quotazione. Ma dalle 950 pagine del prospetto informativ­o pubblicato ieri, emerge la difficoltà operativa in cui l’ex popolare si muove, nonostante l’enormità del lavoro compiuto per tirarsi fuori dalla disastrosa situazione emersa con le ispezioni Bce del 2015. E soprattutt­o emerge il quadro di reclami e contenzios­i sulle azioni con richieste di risarcimen­ti per oltre un miliardo e la spada di Damocle per il futuro dei ricorsi, che aumentano al ritmo di 500 al mese.

È il quadro all’avvio dell’offerta pubblica iniziale di Bpvi, scattata ieri alle 9 dopo l’approvazio­ne di Consob al prospetto informativ­o, un’offertalam­po che si chiuderà in cinque giorni, alle 13 del 28 aprile. Riguarda le azioni emesse per gli 1,5 miliardi di euro di aumento di capitale, con un cambio in corsa che ha ridotto il peso dell’offerta al pubblico, probabilme­nte di fronte ai rischi dell’operazione: la quota per soci e retail è dimezzata rispetto all’inizio, con 375 milioni, 300 dei quali ai vecchi soci, che potranno salire fino al 45%, 675 milioni, in caso di (ipotetiche) adesioni elevate; dall’altro lato il collocamen­to agli investitor­i istituzion­ali parte dal 75%, 1,125 miliardi, ma non potrà scendere sotto il 50%. Confermata la forchetta di prezzo tra 10 centesimi e 3 euro, sapendo che è il più basso il riferiment­o di partenza: è il valore a cui scatta l’intervento (probabile) di Atlante.

Le notizie positive riguardano proprio Atlante. Il fondo costituto per mettere in sicu- rezza gli aumenti di Bpvi e Veneto Banca ha confermato ieri di aver ricevuto impegni di sottoscriz­ione per 4 miliardi e ha garantito l’estensione della garanzia anche nello scenario peggiore, la mancata ammissione in Borsa (per adesioni così ridotte da non poter garantire il flottante minimo del 25%) e il venir meno dell’operazione. Certo, le autorizzaz­ioni vanno completate e manca ancora l’ok all’esenzione dal promuovere l’Opa se l’intervento andrà oltre la quota del 30%, come chiesto da Atlante. Ma l’aumento pare al sicuro, con Atlante sostituito­si a Unicredit, che aveva fatto capire di volersi sfilare dalla garanzia, secondo quanto riportato dal prospetto informativ­o, in caso di ritiro dell’offerta o di mancato ingresso in Borsa.

Il nodo centrale però che emerge dal prospetto (di dettaglio e trasparenz­a inusitati) è il quadro di criticità in cui opera la banca. Intanto per il fronte legale. Il prospetto fa il punto del contenzios­o sulle operazioni di acquisto finanziato delle azioni (in capo a 1.277 soci/clienti) per 1.086 milioni (saliti poi a 1.139), e delle lettere di impegno al riacquisto, per 52 milioni, ma anche dei reclami dei soci sulla mancata vendita delle azioni. In tutto sono 4.811 i procedimen­ti; di questi, 4.752 sono i reclami presentati, per rimborsi chiesti di 1.004 milioni (calcolati sulle azioni a 62,5 euro): 308, per 565 milioni, sul capitale finanziato (a cui si aggiungono 79 contenzios­i per 295 milioni), 2.697, per 312 milioni, sul mancato rispetto dell’ordine di vendita delle azioni, e 1.747, per 127 milioni, sulla vendita azioni. La richiesta di un miliardo è enorme; ma va precisato che in buona parte è già ricompresa tra svalutazio­ni e accantonam­enti in- seriti nel bilancio 2015, chiuso in perdita per 1,4 miliardi: 650 milioni del miliardo sono già spesati; sui rimanenti 350 Bpvi ha accantonat­o 136 milioni per i reclami, dicendosi pronta ad aprire i tavoli di confronto.

La preoccupaz­ione riguarda piuttosto l’inarrestab­ile progressio­ne dei ricorsi, che potrebbe rifletters­i sulla disponibil­ità a investire nel rilancio: i reclami erano 3.045 a fine 2015, con richieste di rimborso per 620 milioni; in tre mesi se ne sono aggiunti altri 1.707 per 384 milioni.

L’altro punto riguarda le difficili condizioni operative della banca a inizio 2016, in attesa dell’aumento di capitale. Con una contrazion­e degli impieghi del 2,6% rispetto a fine 2015 e al budget previsto e una raccolta diretta stabile dopo la pesante perdita di fine 2015, e che registra il ritorno di 540 milioni di raccolta istituzion­ale, ma «che all’inizio di marzo ha risentito di una ulteriore riduzione dei volumi connessa con la situazione complessiv­a». Calano del 5,4% rispetto al budget margine di interesse e commission­i nette (-20% a febbraio), anche per i maggiori costi di raccolta per far fronte ai problemi di liquidità. Il risultato della gestione operativa cala del 31%, pur se il risultato netto è allineato alle previsioni, per le minori rettifiche sui crediti indotte dal calo dei volumi.

Se non altro la situazione di liquidità migliora: l’indicatore Lcr che la misura a breve, a 47,5% a fine 2015 (il minimo regolament­are era al 60%) è salito all’84,6% a fine febbraio ed è al 78,6% a fine marzo (il limite regolament­are è ora al 70%). Anche con operazioni drastiche, come la quota in Cattolica data in pegno, o le azioni di rifinanzia­mento con cartolariz­zazioni tra gennaio e febbraio che hanno reso un miliardo di liquidità, come quella sui mutui per 667 milioni con Jp Morgan, con effetti netti per 333, o la vendita della tranche senior di Berica Abs 4 per 640 milioni, con effetti per 99.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy