Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

«Vendo il Mein Kampf e adesso ospito Riina»

Il 29 aprile il primo incontro pubblico. E i docenti del Bo si dividono

- Di Alessandro Macciò

Salvuccio Riina ha trovato la libreria dove presentare (il 29 aprile) il suo controvers­o libro. E’ la «Nexus» di Padova, dov’è al «confino». «Ho venduto il Mein Kampf di Hitler dice il titolare ghanese - non censuro nessuno».

PADOVA Dopo tanto girovagare, Giuseppe Salvo Riina ha trovato casa. Nel senso di una libreria disposta a presentare il libro in cui racconta che suo padre, il «capo dei capi» Totò Riina, conduceva un’esistenza come tante altre, almeno tra le mura domestiche: l’evento si terrà venerdì prossimo alla «Nexus» di Padova, dove il titolare Frank Afrifa ha accettato la proposta dell’editore trevigiano Mario Tricarico e dunque ospiterà «Salvuccio».

L’annuncio arriva dopo l’intervista (contestati­ssima) con Bruno Vespa a «Porta a porta» che aveva sollevato un’ondata di polemiche, tanto da finire sul tavolo dell’Agcom con l’accusa di aver violato il contratto di servizio con la Rai, e dal rifiuto della Feltrinell­i, che aveva negato la sala di Padova per presentare «Riina family life».

Le altre librerie padovane si erano affrettate a dichiarare che non avrebbero ospitato la presentazi­one, ritirando il titolo dalle vetrine. Ma Riina jr, condannato ad otto anni e dieci mesi per associazio­ne mafiosa, ci teneva a presentare il libro nella città dove vive (in libertà vigilata) dal 2012 e alla fine ha trovato la persona giusta. Frank Afrifa, titolare della «Nexus» da tre anni, è ghanese, ha 35 anni, ha studiato integrazio­ne europea a Padova e ha un permesso di soggiorno a lungo termine.

«Non conosco bene la storia della mafia, devo ancora leggere il libro e non so chi sia questo signore – ammette -. Il mio mestiere è vendere libri, sto facendo solo il mio dovere: nel 2016 è assurdo parlare ancora di censura, non siamo più nel Medioevo. Se presentare questo libro fosse un reato mi fermerei subito, ma la questura mi ha rassicurat­o: non ho intenzione di promuovere la mafia, se questa persona infrange qualche legge se ne occuperann­o i magistrati».

Il negozio è molto piccolo, il libro è già in vetrina: «In passato ho esposto anche il Mein Kampf, ne ho vendute molte copie e non ha mai protestato nessuno – assicura Frank -. La presentazi­one sarà un’occasione di confronto, il pubblico potrà fare domande e anche contestare l’autore. Spero solo che non ci siano proteste violente, sono un po’ preoccupat­o». La libreria, piena di testi universita­ri e molto frequentat­a dagli studenti, si trova a due passi dal dipartimen­to di Studi linguistic­i e letterari.

E la presentazi­one divide i docenti del Bo: «Che il figlio di Totò Riina scriva un libro può non piacere, ma fa parte della democrazia – afferma Michele Cortelazzo, ordinario di Linguistic­a -. La presentazi­one però si inserisce in una strategia di propaganda che minimizza il fenomeno mafioso, avrei preferito che a Padova non succedesse. E chi sente la ferita della mafia può restare a casa, lasciando soli il presentato e il presentato­re». «Chi decide di promuovere questo libro lo fa con scopi di visibilità legittimi ma senza coscienza civile – dice Stefano Allievi, docente di Sociologia -. Ad ogni modo il nostro tempo è prezioso e ci sono molti modi migliori per impiegarlo».

«Non sono scandalizz­ato – ribatte invece Vincenzo Romania, sociologo -. Per quanto negativo, Riina è un personaggi­o rilevante della nostra storia recente: l’importante è che non si faccia revisionis­mo. Sembra che dare voce a Riina sia un oltraggio alla memoria di Falcone e Borsellino, la verità è che in Italia non siamo abituati ad ascoltare queste voci».

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(Bergamasch­i) Libraio Frank Afrifa, il libraio ghanese proprietar­io della libreria Nexus

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