Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

I «MINUTI» DELL’ALTA VELOCITÀ

- Di Corrado Poli

Le opzioni sulla stazione Tav di Vicenza - punto nodale della progettist­ica che rallentand­o la realizzazi­one dell’asse veneto, previsto comunque in tempi lunghi vanno inquadrate sia nel contesto urbano sia nell’assetto territoria­le regionale. Dietro la scelta di nuove stazioni periferich­e o del potenziame­nto di quella centrale ci sono idee diverse di città, di regione e di sviluppo.

L’Alta Velocità avrà un impatto rilevante sul territorio veneto avvicinand­o temporalme­nte i capoluoghi a Milano, unica vera metropoli dell’Italia settentrio­nale, accentuand­one il primato e l’attrazione. Non sarà tuttavia una rivoluzion­e come avrebbe potuto esserlo fino a quarant’anni fa. Le telecomuni­cazioni rendono meno determinan­te lo spostament­o fisico delle persone sebbene i trasporti veloci rimangano utili e necessari per la competitiv­ità dei territori. I pochi minuti recuperati dal treno veloce sulla Venezia-Milano da soli inciderann­o solo in parte sulle prospettiv­e di sviluppo di un territorio le cui popolazion­e e attività si disperdono su ampie aree. Migliorand­o l’accessibil­ità su tutto il territorio afferente alla stazione Tav si risparmian­o molti più «minuti» di viaggio complessiv­o che operando sul solo percorso ferroviari­o.

Le città piccole e medie venete costituisc­ono una delle caratteris­tiche essenziali del territorio regionale. Una forma urbana quasi scomparsa in tutto il mondo dominato da incubi metropolit­ani, ma che resiste ancora nelle aree d’Europa con migliore qualità di vita e superiore sicurezza.

Per affrontare correttame­nte il tema delle stazioni Tav è necessaria una prospettiv­a culturalme­nte aggiornata che valorizzi i fattori in cui le città venete sono diverse e perciò più competitiv­e. Da una parte le fermate a Vicenza dei treni AV vanno garantite per non escludere dai collegamen­ti veloci la città. Su questo l’amministra­zione s’è giustament­e battuta per evitare che Vicenza venisse troppo spesso by-passata e cancellata da orari e carte geografich­e. D’altro lato la politica del territorio urbano e regionale dovrebbe prendere coscienza del valore inestimabi­le della media e piccola dimensione urbana in un mondo afflitto dal gigantismo di metropoli ingestibil­i. In questi giorni s’è sentito ancora pronunciar­e frasi come «non dobbiamo perdere l’occasione per fare di Vicenza (ma vale anche per Padova e Verona, per Treviso e Bassano) una grande città». È vero il contrario: dobbiamo evitare infrastrut­ture che portino all’indebolime­nto dell’identità delle città medio-piccole, le svuotino di significat­o e ricchezza favorendo le grandi concentraz­ioni. Allo stesso tempo – e per converso – è necessario rivedere un piano territoria­le di coordiname­nto che operi a livello regionale poiché per certe attività una dimensione economica e demografic­a adeguata è ancora necessaria. Una stazione dell’Alta Velocità praticamen­te in centro storico sarà un’infrastrut­tura «nuova» che unirà idealmente l’architettu­ra di Palladio alla modernità e all’immagine di Vicenza. Di stazioni in periferia ce ne sono tante, tutte uguali in tutto il mondo.

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy