Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Variati chiama sindaci e Arpav «Fronte comune per i danni»
I primi cittadini preparano le ordinanze restrittive e vanno verso la richiesta di «dichiarazione di disastro ambientale» al Governo Renzi
I sindaci corrono ai ripari. Per i primi cittadini dei comuni finiti nel vortice torbido dell’inquinamento da Pfas, sostanze perfluoroalchiliche, a pagare non devono essere i cittadini. E quando si dice pagare, anche nel Veneto operoso del Vicentino, il termine ha un doppio significato: di salute ed economico. Per quello martedì 26, quando i primi cittadini del bacino della Usl 5, la più colpita dall’emergenza ambientale, si ritroveranno nella conferenza dei sindaci, sottoscriveranno una lettera urgente al governo con cui chiedono la «dichiarazione di disastro ambientale per contaminazione da sostanze Pfas». La parola d’ordine di questa battaglia di resistenza alla rabbia e alla frustrazione delle ultime ore è «insieme». La stessa che anima Achille Variati, sindaco di Vicenza e presidente della Provincia, che per la prossima settimana vuole convocare tutti i colleghi dei comuni coinvolti, sia della Usl 5 che della 6, e l’Arpav, per valutare una strategia comune, anche legale. «C’è bisogno di un’informazione corretta - ha detto Variati ai microfoni di Radio24 -. Siamo passati dalla disinformazione e dal silenzio per anni, a un vociare confuso che ascoltiamo oggi. Le persone cominciano ad avere paura per la propria salute e c’è un’economia agricola e zootecnica a cui bisogna dare presto risposta. Quell’acqua può essere utilizzata, o stiamo aggravando un problema già grave?». E insieme hanno deciso di andare anche i sindaci dei comuni di Creazzo, Sovizzo e Altavilla, della Usl 6, per un’azione unitaria con quelli della 5 a tutela di un eventuale danno. Insomma il messaggio è chiaro: i sindaci vogliono risposte per il loro territorio e per ottenerle marceranno insieme. Intanto danno risposte singole ai propri territori. Perché, come testimonia il sindaco di Creazzo, Stefano Giacomin, «i telefoni del Comune in questi giorni sono bollenti. La gente vuole sapere se può bere l’acqua, se può usarla per abbeverare gli animali. A breve faremo un’ordinanza, secondo quanto suggerito dalla Usl. Intanto ho fatto inserire nel sito del Comune e nelle bacheche comunali un avviso per tranquillizzare i cittadini su cosa hanno bevuto e cosa bevono: nel nostro Comune il 99% delle utenze è servita da Acque Vicentine, che si rifornisce nella zona di Dueville, lontana da agenti inquinanti. Ma noi siamo anche azionisti di Acque Vicentine, e come sindacoazionista penso che non sia giusto siano i cittadini a pagare per qualcosa che hanno sbagliato altri e nemmeno che sia Acque Vicentine a farlo». Telefoni bollenti anche alla società Acque del Chiampo di Arzignano, che ieri ha ribadito che il problema «riguarda l’acqua dei pozzi privati» e ha attivato un numero verde in funzione dalle 7 alle 24, dal lunedì al sabato per avere risposte (800 040504). Risponde all’allarme diffuso nella popolazione anche il sindaco di Montecchio Maggiore, Milena Cecchetto, che ieri ha assicurato che «l’acqua dell’acquedotto di Montecchio Maggiore è sicura e non è mai stata messa in discussione». Toni decisamente più aspri da Roberto Castiglion, sindaco Cinquestelle di Sarego, che ha vietato l’uso di 61 pozzi privati da tempo, anche con formule più restrittive rispetto all’Usl, tanto che poi la Regione ha dovuto dargli ragione e far ampliare il numero di pozzi da bloccare. «Non si contano gli esposti alla Procura, le lettere, i ricorsi anche al Tar che abbiamo fatto sui Pfas - dice Castiglion -. Abbiamo già richiesto mesi fa che il principio che chi inquina paga fosse rispettato, per ottenere un risarcimento dei danni. Ieri (il 21, ndr) quando ci siamo trovati in conferenza dei sindaci abbiamo rimarcato la necessità di fare fronte comune e di scrivere al governo perché intervenga in maniera risoluta. Chiediamo il rispetto della salute umana, degli animali e dell’ambiente. E il risarcimento dei danni, perché ci sarà sicuramente una ricaduta economica». Infine la chiamata «dal basso», con la raccolta firme proposta dal consigliere comunale di Vicenza Raffaele Colombara che oggi, in corso Palladio, angolo Contrà Cavour, allestirà uno spazio «dove sarà possibile informarsi e firmare due petizioni per un’acqua pulita».
Cecchetto La nostra acqua non è sempre stata sana
Giacomin Non saranno i cittadini a pagare
Castiglion Ci siamo mossi in tempi non sospetti