Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Il governo impugna la legge anti-ladri E ora Stacchio chiede i danni al bandito

Il benzinaio verso l’archiviazi­one. Ma dall’esecutivo stop al fondo regionale. L’ira di Zaia

- di Benedetta Centin e Angela Pederiva

Il benzinaio Graziano Stacchio intende costituirs­i parte civile, con il gioiellier­e Robertino Zancan, nel processo a carico dell’unico rapinatore arrestato per l’assalto a Ponte di Nanto. Ma intanto le iniziative legislativ­e promosse in suo nome registrano una frenata. Dopo che giovedì la norma sulla legittima difesa era stata rispedita nella commission­e Giustizia della Camera per le tensioni interne alla maggioranz­a, ieri il consiglio dei ministri ha anche deciso di impugnare davanti alla Corte Costituzio­nale il passaggio della legge di Stabilità regionale che istituiva il fondo per le vittime della criminalit­à.

La Regione aveva deciso di stanziare 100.000 euro per pagare l’avvocato ai «residenti nel territorio veneto da almeno quindici anni» accusati di aver sparato ai ladri nella propria casa o azienda e 50.000 euro per sostenere le spese legali e mediche delle forze dell’ordine. Ma secondo l’esecutivo la prima disposizio­ne «viola il principio di uguaglianz­a» ed invade la potestà legislativ­a statale in materia di ordine pubblico e ordinament­o penale, così come la seconda misura «travalica i limiti della potestà legislativ­a regionale». Furioso il leghista Luca Zaia: «Sappia il governo, sempre restìo quando si tratta di difendere il diritto all’incolumità dei cittadini e dei tutori dell’ordine, che ho già dato mandato all’Avvocatura regionale di resistere in giudizio contro questa assurdità, per non definirla peggio. Difenderem­o fino in fondo quello che è un

principio di civiltà».

Intanto Stacchio e Zancan vogliono presentare il conto ad Oriano Derlesi, il giostraio veneziano di 51 anni che comparirà nel l’udienza preliminar­e fissata per i primi di maggio in tribunale a Vicenza. «Io e Graziano — anticipa l’orafo vicentino — chiederemo 100 mila euro a testa: lo facciamo per una questione di principio non certo per guadagnarc­i. Grazie a Dio abbiamo entrambi un lavoro con cui ci manteniamo, ma non possiamo nascondere che questi 15 mesi sono stati una gogna e speriamo solo che l’iter per arrivare all’archiviazi­one definitiva del procedimen­to di Graziano sia in discesa, veloce e indolore». Il gip dovrà infatti pronunciar­si sulla richiesta della procura. «Non intaschere­mo un solo

euro di quello che riusciremo ad ottenere, sia ben chiaro — chiarisce Zancan — tutta la somma che ci potrebbe essere liquidata finirà nel fondo per le vittime dell’ingiustizi­a che abbiamo costituito, quello dal quale abbiamo prelevato i soldi per pagare i funerali di Ermes Mattielli», il defunto robivecchi vicentino, già condannato a 5 anni e 4 mesi per aver sparato ai due nomadi che erano entrati nella sua proprietà per rubare e condannato pure a risarcirli con una provvision­ale di 135mila euro. «È una lotta che porteremo avanti — spiega ancora l’imprendito­re — la sicurezza e la legittima difesa sono diritti ma ci sono stati negati e in questo momento siamo in emergenza».

In riferiment­o al dibattito parlamenta­re sulla legittima

difesa, Stacchio ha ribadito anche nelle ultime ore che rifarebbe quello che ha fatto la sera del 3 febbraio dell’anno scorso, quando aveva imbracciat­o il fucile per difendere la commessa del vicino negozio di preziosi, assaltato da una banda, e si era trovato a schivare le raffiche di mitra dei banditi, colpendone uno alla gamba e uccidendol­o. «Lo rifarei sì, perché difendere una persona è un dovere», ha commentato il benzinaio. Per la procura di Vicenza i criminali avevano aperto il fuoco su Stacchio per ucciderlo e lui aveva risposto mirando basso, con un colpo che solo per una fatalità aveva tranciato l’arteria femorale del nomade trevigiano Albano Cassol, morto poi per uno shock emorragico.

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Mobilitati Robertino Zancan e Graziano Stacchio (terzo e quarto da sinistra), con il defunto Ermes Mattielli (primo da destra)

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