Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Expo, ultimatum a Condotte «Risponda al nostro piano»
Ronsisvalle: abbiamo le garanzie. Controparte scettica
Una sorta di ultimatum, come lo ha accolto, con un certo fastidio (anche per la modalità) la controparte? Oppure un semplice appello? Ieri Umberto Ronsisvalle, il chiacchierato manager che con le sue «Compagnia di Venezia e Murano» e «Venezia 4.0» ha rilevato Expo Venice, a pochi giorni dall’esecuzione dello sfratto prevista per il 26 aprile ha firmato una nota in cui ribadisce la sua volontà di portare a buon fine l’operazione e chiede a Condotte, proprietaria del padiglione di Marghera, che cosa voglia fare. «Intendiamo proseguire con determinazione nella realizzazione del progetto di sviluppo che ha per baricentro la città lagunare - ha scritto Ronsisvalle Proprio per questa ragione,
chiediamo a Condotte risposte di carattere definitivo in merito alla proposta formulata». Proposta che Ronsisvalle aveva già svelato un paio di settimane fa, quando si era presentato ai giornalisti: 400 mila euro per l’affitto annuale del padiglione e un’offerta di 9 milioni per l’acquisto, mentre per quello che riguarda i circa 650 mila euro di arretrati si puntava a un piano di rientro.
Il problema è che Expo Venice aveva firmato un anno fa per un affitto di 600 mila euro l’anno, mentre il padiglione è costato a Condotte 20 milioni. Le cifre dunque sono lontane e peraltro pare che Ronsisvalle, che ormai è alla guida di Expo Venice da quasi due mesi, non abbia ancora pagato un euro a Condotte, né di canone, né di utenze. Lo scetticismo regna dunque sovrano, nonostante il manager sottolinei di avere «le dovute garanzie sia finanziarie sia industriali». D’altra parte lo stesso Ronsisvalle, proprio in quella presentazione, aveva fatto capire – e lo ha ribadito ieri – che il padiglione è un tassello importante, ma non fondamentale per il grande piano da lui chiamato «Settimo sestiere», che punta a fare di Marghera un’area di rilancio dell’eccellenza veneziana. Tanto che, in maniera un po’ provocatoria, l’aveva sempre chiamato «capannone». «Siamo pronti a ricalibrare il piano di sviluppo individuando un’alternativa valida ed altrettanto efficace», ha spiegato ieri. Nel frattempo Condotte continua però a trattare anche con altri e in prima fila c’è Live Nation di Roberto De Luca, che lo vorrebbe trasformare nell’arena dei concerti di Venezia. Il 26 aprile arriverà l’ufficiale giudiziario, anche se poi ci sarà qualche giorno di tolleranza.