Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Jesolo, salta la preghiera islamica «Rispettiamo la legge italiana» Il proprietario del palazzo del centro culturale non ha chiesto l’agibilità
E il Pd veneziano incontra il prefetto sui nuovi arrivi e l’accoglienza
«Noi viviamo in Italia, vogliamo rispettare la legge italiana quindi non utilizzeremo questa sala sino a quando non ci sarà l’agibilità». Inaugurazione rinviata per il discusso centro islamico di via Aquileia, davanti al quale ieri mattina erano presenti almeno un centinaio di musulmani per la preghiera del venerdì. A deciderlo è stato il rappresentante della comunità bengalese Kamal Hossain, dopo uno scambio di pareri anche accesi con i connazionali: «Siamo rispettosi della legge italiana quindi non si fa nulla – ha ribadito - Pregheremo a casa nostra sino a quando potremo usare regolarmente questo luogo». Tra i musulmani ieric’erano anche i vigili, polizia, gli attivisti della Lega Nord, ma senza tensioni. «E’ un paradosso ma negli ultimi trent’anni il proprietario di questo immobile non ha mai chiesto l’agibilità - dice il sindaco Valerio Zoggia — attendiamo il completamento dell’istruttoria da parte degli uffici e, se tutto andrà a buon fine, rilasceremo l’agibilità». La comunità islamica che usufruisce dell’edificio è conosciuta, è la stessa a cui il Comune concede ogni anno lo stadio Picchi per la preghiera di fine Ramadan. La Lega rilancia la legge regionale che vieta l’apertura di luoghi di ritrovo e di culto in determinate zone urbanistiche: «La legge è chiara - puntualizza il consigliere regionale Francesco Calzavara – queste persone possono ritrovarsi e pregare in aree classificate dai piani urbanistici come “F” e questa non lo è». Salvatore Esposito di Sel annuncia che intende impugnare la legge regionale «E’ incostituzionale».
Il tema resta tutto aperto e si inserisce nell’ampio dibattito sull’integrazione. Anche di questo, integrazione, hanno discusso ieri i rappresentanti del Pd veneziano con il prefetto Domenico Cuttaia, durante l’incontro chiesto per parlare di immigrazione. Il nocciolo era la gestione degli arrivi, ma non solo. Nei primi mesi del 2016 l’arrivo dei richiedenti asilo è aumentato del 5%, ma il Viminale ora prevede numeri contenuti. Il quadro lo ha delineato il prefetto di Venezia Domenico Cuttaia alla delegazione del Pd composta dalla segretaria comunale Maria Teresa Menotto, Gabriele Scaramuzza e dai deputati Delia Murer, Sara Moretto e Michele Mognato. Una iniziativa presa per richiamare le istituzioni, la Regione Veneto e i sindaci a prendere la responsabilità dell’accoglienza diffusa. Su 44 Comuni, ad oggi 21 hanno dato la propria disponibilità, meno della metà; c’è chi ne accoglie 2 e chi 500, come Cona, dove la struttura militare dismessa sarà dotata di altri container per rendere meno precaria, affollata e conflittuale la permanenza e che fino a fine anno resterà a far le veci dell’«hub» che non c’è. L’altro argomento affrontato è l’impennata di criminalità tra Mestre e Venezia: il Pd ha fatto presente la necessità di maggiore presenze e sottolineato che il venir meno delle rete di strada del Comune ha creato una situazione senza precedenti.
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