Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Altri sei veneti nei «Panama papers» C’è anche Grosoli, il «sarto della Lega»
Continua lo stillicidio di nomi coinvolti nello scandalo dei «Panama papers», i documenti trafugati dallo studio legale Mossack & Fonseca di Panama che rivelano un intricato quanto ramificato sistema di società off-shore nei paradisi fiscali di mezzo mondo. Ieri l’Espresso, che da settimane sta pubblicando gli elenchi degli italiani presenti nei documenti panamensi (ha già diffuso oltre 200 nomi), ha reso note le generalità di altri sei imprenditori veneti, due veronesi, due veneziani e due trevigiani. Si tratta di Dmitri e Olga Dekman, commercianti residenti in provincia di Verona, Raffaele e Roberto Dolcetta, imprenditori immobiliari veneziani, Domenico Grosoli, imprenditore tessile trevigiano e della moglie Daniela Pascotto, legale rappresentante e amministratore unico dell’azienda di abbigliamento Zippy con sede a Spresiano. Nel nuovo elenco ci sono anche due imprenditrici di Pordenone: Alfonsina Casagrande e Elisabetta Cermelli. Curiosa, in particolare, la presenza di Grosoli, ribattezzato «il sarto della Lega» negli anni Novanta. La sua Zippy, infatti, ha prodotto per anni non solo le celebri camice verdi, simbolo della stagione bossiana, ma anche una miriade di altri capi di abbigliamento copyright «Padania», dai bottoni con Alberto da Giussano ai cappellini con lo scudo crociato di Milano. «Una ventina d’anni fa ho avuto un fallimento e mio fratello mi aveva consigliato di creare una società, la Enea Properties ha spiegato Grosoli alla Tribuna di Treviso -. Avevo poi intestato a quella società una villa in Italia su cui pago regolarmente le tasse, per cui non c’è nulla di illecito». Va precisato che le persone coinvolte nel caso «Panama papers» non necessariamente hanno evaso il Fisco. L’Agenzia delle Entrate ha chiesto la documentazione ed ha avviato verifiche caso per caso sugli imponibili che potrebbero essere stati nascosti. (ma.bo.)