Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Inneggia al brigatista Gallinari, dirigente dell’Anpi costretto alle dimissioni
La scorsa settimana ha condiviso sulla sua pagina Facebook una foto con la frase «La rivoluzione è un fiore che non muore» affiancata al volto di Prospero Gallinari, il brigatista rosso condannato all’ergastolo anche per l’omicidio di Aldo Moro e morto nel gennaio del 2013 all’età di 62 anni. Titolo del post condiviso: «Ciao Prospero», ripreso senza altre aggiunte. Una condivisione sul social network che non è passata inosservata, tanto da essere interpretata anche come un omaggio a uno dei brigatisti più duri. Così il 62enne Deris Turri, pensionato del direttivo Anpi di Rovigo, è finito nell’occhio del ciclone con accuse di simpatie per le Br. Il tutto mentre tra poche ore, lunedì prossimo, si festeggia la Liberazione del 25 aprile che per l’Anpi è senz’altro la ricorrenza più importante dell’anno. Sulla scorta di queste considerazioni ieri l’esponente dell’associazione nazionale partigiani italiani ha scelto di dimettersi spontaneamente dall’incarico all’Anpi e le sue dimissioni sono state accettate dal direttivo provinciale polesano. Sempre ieri, Turri si è sfogato sulla sua pagina Facebook in questo modo: «La mia unica “colpa” è essere da sempre un vero Antifascista e nella mia storia personale da sempre un Pacifista. 41 anni di lavoro in fabbrica, iscritto alla Fiom per almeno 30 anni, ho partecipato a centinaia di Manifestazioni a fianco dei lavoratori, ed a decine di Manifestazioni Pacifiste contro le Guerre “umanitarie” che sconvolgono Nazioni intere. Chi mi conosce sa che sono una persona per Bene». Nel post Turri parla anche dell’imminente ricorrenza del 25 Aprile, facendo capire che l’attacco secondo lui è strumentale: «Non prendo lezione da nessuno, tantomeno da chi va a scavare nel mio profilo in cerca di qualche post per poi colpire l’Anpi». A tale riguardo la presidentessa dell’Anpi Rovigo, Antonella Toffanello, assicura che «dopo le dimissioni ci sarà comunque un approfondimento della vicenda. Di certo – conclude – la nostra associazione, per la sua storia di lotta al Fascismo e al Nazismo, non può di certo essere accusata di essere vicina ai terroristi». Prospero Gallinari, nato a Reggio Emilia nel 1951, dopo aver fatto parte del gruppo originario che aveva costituito l’organizzazione brigatista nel 1970 venne arrestato una prima volta nel novembre 1974. Evaso dal carcere di Treviso nel gennaio 1977, assunse un ruolo di grande importanza come dirigente della colonna romana delle Br e fu membro del Comitato Esecutivo. Fece parte del nucleo armato che assassinò gli uomini della scorta di Aldo Moro nell’agguato di via Fani e durante il sequestro svolse il ruolo di carceriere. Dopo la morte dell’esponente politico della Dc continuò a dirigere la colonna romana partecipando direttamente ad altri gravi fatti di sangue fino al suo arresto nel settembre 1979. Condannato all’ergastolo fu esecutore diretto, con altri brigatisti, di otto omicidi. Durante la carcerazione non collaborò mai.