Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Padova e lo stallo del nuovo ospedale L’ira di Zaia contro il Comune di Bitonci

Anni di blocco, la sfuriata del governator­e in giunta

- PADOVA Bonet

Lo stallo prolungato sul nuovo ospedale di Padova fa sbottare in giunta Luca Zaia nei confronti del Comune (quindi del sindaco Massimo Bitonci) e dei «padovani», che gli starebbero facendo perdere tempo, bloccando l’opera simbolo del suo mandato.

C’è chi la chiama «tremenda sfuriata», chi preferisce parlare di «semplici frizioni» e chi liquida tutto come «due battute e nulla più». Ma al di là della forma, tirata manco fosse un elastico a seconda che si voglia ingigantir­e oppure sminuire l’episodio, la sostanza è che il governator­e Luca Zaia ieri in giunta è sbottato davanti a tutti sul nuovo ospedale di Padova, mostrando inequivoca­bili segni di nervosismo nei confronti del Comune (e dunque del sindaco Massimo Bitonci) e dei «padovani» che, a suo dire, gli starebbero facendo perdere tempo, bloccando l’opera simbolo della suo decennio a Palazzo Balbi.

Un’arrabbiatu­ra che ha condiziona­to l’intera seduta e che probabilme­nte ha preso il via da un’intervista rilasciata al mattino a Tv7, nel corso della quale il conduttore ha chiesto a Zaia per quale ragione, dopo tante parole, ancora non sia stata posata la prima pietra dell’ospedale a Padova Est. «Il cittadino - ha risposto Zaia - giustament­e non comprende questa storia della dilatazion­e dei tempi. Ora, io vorrei spiegare che non si tratta dell’inefficien­za del presidente della Regione, che non è in grado di far partire un lavoro, ma di una burocrazia da far paura. Per fare l’ospedale - ha proseguito - ci vuole un’area. L’area c’è, ma il Comune deve ancora conferirce­la giuridicam­ente. Solo nel momento in cui avremo l’area avremo la giustifica­zione per investire, sennò arriva la Corte dei conti». Insomma, il problema sono i terreni e lo stallo in municipio. Perché se la Regione «avesse il possesso dell’area, verosimilm­ente entro l’estate», assicura Zaia, «correndo» si potrebbe posare la prima pietra «nel 2018». È «l’ufficio complicazi­oni affari semplici, ci sono sempre novità».

Tra queste, raccontano da Venezia, ci sarebbero le voci circolate negli ultimi giorni secondo cui le aree di Padova Est di proprietà del Consorzio di urbanizzaz­ione Quadrante Nord Est che dovrebbero passare gratuitame­nte alla Regione (tramite il Comune), in realtà si dovranno pagare con moneta sonante. Una cifra non meglio precisata ma multimilio­naria che si assommereb­be a quella, ugualmente esorbitant­e e già prudenzial­mente messa nel conto a Palazzo Balbi, della causa minacciata dai proprietar­i dei terreni di Padova Ovest, esclusi dall’operazione. «L’area di Padova Ovest è stata abbandonat­a per via dei noti problemi idraulici, ma anche perché si dovevano spendere 60 milioni in espropri - spiegano dalla Regione -. Se ora si devono acquistare i terreni di Padova Est e magari tocca pure pagare i danni per Padova Ovest, è chiaro che l’operazione non regge più sul piano finanziari­o». La circostanz­a, però, è seccamente smentita dal sindaco Massimo Bitonci: «Non c’è alcuna novità, né il Comune né la Regione dovranno sborsare un euro perché dopo uno spostament­o delle cubature le aree necessarie alla realizzazi­one dell’ospedale saranno cedute gratuitame­nte dai privati, che poi sono le banche, al Comune che successiva­mente le darà alla Regione con un diritto di superficie. È già tutto nero su bianco, dunque è un errore dire che il Comune non ha la disponibil­ità dei terreni mentre è vero che la Regione non ne ha ancora il possesso». Per procedere ci vuole l’approvazio­ne in giunta del piano di lottizzazi­one (è già stato depositato) e l’indispensa­bile cambio della destinazio­ne d’uso dell’area, che pure ritarda e sarebbe poi il secondo motivo del nervosismo di Zaia. In questo caso, però, a muoversi dovrebbe essere la Regione, secondo l’iter da essa stessa indicato nella delibera con cui ha chiuso il dossier Padova Ovest e cioè con un accordo di programma con effetto di variante al Pati intercomun­ale. Perché non si procede? «Gli avvocati si stanno parlando». E intanto crescono le pressioni da parte dell’università e del mondo politico padovano, che nel prestigios­o tavolo della sanità non intende passare la mano alla rampante Verona.

A questi grattacapi, poi, si aggiungono per Zaia quelli in consiglio regionale, dove si registra un certo movimento dalle parti della maggioranz­a. Mercoledì, in gran segreto, si sono riuniti nell’ufficio del vice presidente dell’assemblea Massimo Giorgetti i capigruppo di Forza Italia (Massimilia­no Barison), Fratelli d’Italia (Sergio Berlato) e Siamo Veneto (Antonio Guadagnini). Oggetto dell’incontro: mettere a punto una strategia condivisa per uscire dall’angolo in cui sono stati cacciati fin dall’inizio della legislatur­a dai due gruppi legati al presidente, e cioè la Lista Zaia e la Lega. Questi ultimi si incontrano regolarmen­te (spesso al K3 di Treviso) per discutere i provvedime­nti, fare sintesi e stabilire come comportars­i in aula, dove infatti votano come un sol uomo costringen­do gli altri componenti della maggioranz­a ad adeguarsi a scatola chiusa o quasi. Una prassi che i cinque (ai consiglier­i di cui sopra si aggiunge l’assessore Elena Donazzan) intendono spezzare, facendo massa critica ai tavoli delle trattative. Fatti due conti, bisognerà che Zaia ne tenga conto: se mai votassero con l’opposizion­e, magari solo per rappresagl­ia o per «dare un segnale», la maggioranz­a finirebbe sotto 27 a 24. Con l’Azienda Zero e la fiducia all’orizzonte, meglio non rischiare.

 Massimo Bitonci I terreni sono già nella disponibil­ità del Comune è scritto tutto nero su bianco

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Due big Massimo Bitonci e Luca Zaia sono i protagonis­ti della Liga Veneta

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