Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

La riscossa (e le grigliate) dei carnivori

- Di Michela Nicolussi Moro

Centinaia di persone ieri hanno partecipat­o alle grigliate organizzat­e in tutto il Veneto da Coldiretti per celebrare la «Giornata della carne».

Fine della corsa per Veneto Promozione, la società partecipat­a al 50% dalla Regione e al 50% da Unioncamer­e nata nel 2011 su idea dell’allora assessore al Turismo Marino Finozzi che voleva farne l’agenzia unica per promuovere «la prima industria del Veneto» nel mondo.

Il successore di Finozzi, Federico Caner, ieri ha portato in giunta la lettera con cui Giovanni Franco Masello ha rassegnato le dimissioni dall’incarico di presidente della società (era scaduto da agosto, percepiva un’indennità da 13.770 lordi l’anno), e suggerito di prendere un po’ di tempo per valutare insieme al collega con delega alle Partecipat­e Gianluca Forcolin, i tecnici della Regione e l’avvocatura, la strada migliore da intraprend­ere. Il governator­e Luca Zaia, che ripetutame­nte aveva anticipato ai giornali la sua posizione sull’argomento, non ha però voluto sentire ragioni: «Veneto Promozione va chiusa, stop». Toccherà a Caner trovare il modo e non sarà facile. C’è di mezzo Unioncamer­e, socio paritario della Regione, e ci sono soprattutt­o 22 dipendenti che chiedono garanzie per il loro posto di lavoro ma non possono né essere assunti direttamen­te in Regione (non hanno fatto regolare concorso) né essere automatica­mente messi a carico delle società delle camere di commercio che nelle diverse province svolgono la stessa funzione di Veneto Promozione. Che, nel frattempo, verrà commissari­ata con un dirigente regionale.

Intanto il Movimento Cinque Stelle, che ha cannoneggi­ato Masello fino a convincerl­o ad abbandonar­e la presidenza, ieri è tornato alla carica, sciorinand­o un nuovo elenco di spese che a detta del capogruppo Jacopo Berti non sarebbero state altro che sprechi: «Mezzo milione di euro è stato speso per otto itinerari religiosi, poi sono andati tre volte in Iran perché dicevano di avere troppe richieste ma in realtà le missioni sono andate tutte deserte. In sostanza sono andati in Iran per i fatti loro, tanto paga sempre Pantalone». Berti fa riferiment­o alla risposta preparata dagli uffici di Caner per la prima delle tre interrogaz­ioni depositate dai pentastell­ati sull’argomento: «L’organizzaz­ione del workshop “Veneto para voce” per gli operatori brasiliani è costato 221 mila euro. Le fiere e le missioni a San Paolo e a Gramado, una cittadina di 30 mila abitanti, sono costate da sole oltre 900 mila euro». E poi ancora «gli 8 mila 200 euro spesi per la traduzione in portoghese del sito www.veneto.eu, o i 38 mila euro spesi per lo sviluppo della presenza su Trip Adivsor». Certo andrebbe chiarito che lo sviluppo della promozione in Rete era tra gli obiettivi del masterplan turistico regionale e che da più parti si chiede alla Regione di fare la sua parte, e cioè di stanziare fondi, per promuovere il turismo (che almeno fino all’approvazio­ne della riforma Boschi resta tra le sue competenze). Sicché, viste le polemiche ricorrenti, andrebbe chiarito una volta per tutte se non valga la pena alla prossima sessione di bilancio azzerare, dopo Veneto Promozione, anche l’intero capitolo dedicato al settore.

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