Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Autonomia, Pd nel panico Santini: «Votare sì alla Riforma Boschi è il modo migliore per ottenerla»
È caos nel Pd dopo le dichiarazioni del premier Matteo Renzi sull’autonomia «negata» al Veneto, arrivate nel bel mezzo della trattativa avviata dalla Regione col governo e peggio, alla vigilia dell’invio da parte del ministro degli Affari regionali Enrico Costa della lettera di risposta al governatore Luca Zaia. La senatrice Simonetta Rubinato stiletta su Twitter: «Purtroppo la dirigenza del Pd del Veneto non aiuta Renzi a capire la realtà veneta» mentre secondo il deputato Roger De Menech «è Zaia che strumentalmente fa confusione e induce a equivocare, parlando una volta di indipendenza, una volta di Trento e Bolzano, una volta dell’articolo 116 della Costituzione. Sembra che a lui non interessi raggiungere sul serio il risultato ma soltanto infiammare il confronto in una continua campagna elettorale». Un concetto ribadito anche dal deputato di Area Popolare Andrea Causin («Così Renzi sfida Zaia sul suo terreno») mentre il governatore smentisce: «Macché campagna elettorale, c’è un boicottaggio del governo contro il Veneto. Ma Renzi sta commettendo un grave errore: il centralismo è nefasto. Ripassi la Costituzione piuttosto, l’autonomia è trattabile e possibile. Noi faremo il referendum, sarà la prima volta in cui il popolo veneto potrà esprimersi, la base per ogni altra trattativa». E mentre i secessionisti di Indipendenza Veneta rigirano il dito nella piaga («Ancora c’è chi crede alle richieste di autonomia? Sveglia, resta solo l’autodeterminazione»), il senatore dem Giorgio Santini prova a mettere un po’ d’ordine: «Il premier si riferiva alle autonomie speciali, di sicuro non a quella chiesta dal Veneto che è possibile». E per raggiungerla, secondo Santini, c’è soltanto una cosa da fare: «Votare sì alla riforma Boschi». Ma come, si dirà, la riforma Boschi non va nella direzione diametralmente opposto, quella di ricentralizzare a Roma? «Indubbiamente la riforma modifica il rapporto tra lo Stato e le Regioni e lo fa partendo da un dato di fatto incontestabile: la riforma del 2001 ha fallito, non ha per nulla sviluppato il federalismo e ha aumentato il contenzioso davanti alla Corte costituzionale. La riforma Boschi, invece, da un lato coinvolge maggiormente le Regioni nel percorso legislativo, dando loro 74 posti su 100 nel nuovo Senato, dall’altro chiarisce con esattezza quali siano le materie di competenza dello Stato e quali quelle di competenza della Regione, che può comunque chiedere ulteriori condizioni di autonomia su altre sei ambiti corposi, dall’istruzione al lavoro, se dimostra di avere i conti in regola. Il che è esattamente il caso del Veneto». Secondo Santini, insomma, la nostra regione non dovrebbe avere dubbi a ottobre, quando si terrà il referendum confermativo voluto dal governo Renzi, mentre qualche riserva ce l’ha sul referendum chiesto da Zaia, se non altro quanto al timing: «Perché celebrarlo prima che sia chiusa la trattativa col governo? Il quesito è scontato, come la risposta, dunque si buttano via i soldi, 14 milioni». Meglio sarebbe per il senatore dem posticipare la chiamata alle urne a quando il negoziato sull’asse Venezia-Roma sarà concluso. «In questo modo - dice - potremmo chiedere ai veneti se sono d’accordo col risultato raggiunto, oppure no».
Santini Renzi è stato equivocato, i margini ci sono per trattare