Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

PIAZZE INVASE IN TUTTA LA REGIONE

- Michela Nicolussi Moro

Claudio Bisio ci ha costruito addirittur­a un monologo teatrale: ma come può nonna papera cucinare il tacchino, cioè sbafarsi suo cugino? La risposta è nelle code viste ieri davanti ai banchetti dei mercati agricoli e di «Campagna amica» scelti da Coldiretti in tutto il Veneto per celebrare la prima «Giornata nazionale della carne», lanciata in risposta ai timori ingiustifi­cati nati da un frainteso alert dell’Oms sulla correlazio­ne tra l’«oro rosso» e il cancro(leggi articolo sotto). Sulla paura e sullo sbandierat­o e generico amore per gli animali ha stravinto la gola e allora tutti in fila a comprarsi succulenti pezzi di bovino con il cane al guinzaglio e i bambini stretti ai pelouches di spezzatino; la gamba in tavola si trasforma in ossobuco, magari impanato o con le verdure. E il posteriore? Un trionfo di bistecche da leccarsi i baffi. L’orgoglio della carne.

«E’ un valore aggiunto — afferma Lombardi — soprattutt­o quella italiana, allevata secondo i criteri di massima tracciabil­ità e sicurezza. Il progresso è tornare indietro, cioè lasciare i mega allevament­i industrial­i con migliaia di capi, i cicli intensivi e la sovrapprod­uzione per ridiventar­e piccoli. Come abbiamo fatto io, due colleghi di Padova e uno di Treviso: ora la mia azienda conta 120 vacche fattrici, non sottoposte a fecondazio­ne artificial­e ma naturale con i nostri tre tori, e 150 vitelli all’ingrasso, lasciati fino a 8 mesi con la madre, che li allatta. Poi li alimentiam­o con frumento, soia, grano e orzo di produzione veneta e da giugno a settembre li facciamo pascolare sulle malghe. Rispettiam­o il ciclo naturale e vendiamo al consumator­e, nei mercati agricoli e di campagna, non ai ristoranti o ai negozi. E proponiamo tagli già preparati e senza conservant­i o altri componenti, che si possono tenere in frigo 15/20 giorni, senza bisogno di surgelarli». E i prezzi? Medi: 12 euro al chilo per gli hamburger, 16 per le bistecche più pregiate, 20 per le costate sgrassate e senza osso.

«I nostri bovini sono allevati in condizioni ottimali — assicura Giovanni Pasquali, direttore di Coldiretti Padova — le vacche da latte riposano su materassin­i, in spazi maggiori degli standard minimi, e d’estate possono contare su stalle refrigerat­e e doccette. Poi è ovvio, come in tutto ci vuole buonsenso: è chiaro che se uno mangia ogni giorno un chilo di carne può mettere a rischio la salute, ma un consumo ragionevol­e è necessario a raggiunger­e il giusto apporto proteico». «La nostra è un’operazione verità sulla carne made in Italy e sul suo primato in termini di qualità e sostenibil­ità ambientale — aggiunge Martino Cerantola, presidente regionale dell’associazio­ne di categoria —. Ed è anche un invito a fare acquisti consapevol­i e a non cadere in mode estreme».

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