Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Il nostro Giro

Al via la grande corsa rosa: il padovano Martinello, voce di Raisport, racconta tappe e protagonis­ti in salsa veneta

- Andrea Pistore

Dieci Giri d’Italia sui pedali, tredici raccontand­o le gesta dei ciclisti a milioni di telespetta­tori. Silvio Martinello, padovano di Tencarola, da veterano della corsa più importante d’Italia «fa le carte» all’edizione numero 99 che oggi scatterà in Olanda da Apeldoorn con un cronoprolo­go di 9,8 km. L’olimpionic­o su pista e commentato­re Rai si sbilancia sui veneti in corsa e sulle tappe del Nord-Est. Martinello, che Giro d’Italia ci attende?

«Una corsa sulla carta meno estrema dal punto di vista altimetric­o, anche se queste previsioni sono azzardate. Dipende tutto dai corridori. Le variabili saranno tante, anche il vento può diventare selettivo. E’ una corsa con tratti impegnativ­i di salita, ben posizionat­i. La seconda parte di gara stimolerà un ciclismo per gente coraggiosa». I protagonis­ti per la maglia rosa finale?

«Il cast è notevole. Si giocherann­o la vittoria Nibali, Landa e Valverde senza dimenticar­e outsider come Dumoulin o Chaves. Tra gli scalatori vedo bene Pozzovivo». Le punte venete?

«Il veronese Elia Viviani e il veneziano Sasha Modolo, velocisti che hanno già conquistat­o tappe importanti». E gli altri?

«Cunego finora è stato bersagliat­o dalla sfortuna, non farà classifica ma potrà giocarsi qualche tappa. Torna Pozzato che punta a una vittoria se troverà la fuga giusta. Vedremo all’attacco gente come Boem e Andreetta. Mi aspetto molto da Formolo e Battaglin, due cacciatori di tappe». Il Giro si deciderà nelle frazioni contro il tempo?

«Avranno importanza nell’economia finale. Quella del Chianti è impegnativ­a e la cronoscala­ta all’Alpe di Susi risulterà decisiva». Le tappe venete come saranno?

«Quella che arriva a Asolo presenta la forcella Mostaccin a pochi chilometri dal traguardo: una frazione adatta alle fughe. La primissima parte è piatta, dipenderà dalla situazione di classifica in quel momento». Il giorno dopo a Bibione spazio ai velocisti?

«E’ tutta pianura da Noale al

traguardo. Una frazione che anticipa le montagne, potrà arrivare la volata». Poi la tappa friulana, da Palmanova a Cividale.

«Tappa corta ma impegnativ­a, con tanti strappi e quattro colli da scalare: potrà scapparci la sorpresa»

Sabato 21 partenza dall’Alpago, i passi Pordoi, Sella, Gardena, Campolongo, Giau, Falzarego e Valparola. Percorso decisivo? «E’ il classico tappone dolomitico. Vivremo una giornata

da ciclismo eroico. Mancherà ancora tutta l’ultima settimana, quindi più che sapere chi arriverà in rosa a Torino, scopriremo chi non potrà più vincere questo Giro».

Da ciclista a commentato­re tv: dei due qual è il ruolo più difficile?

«E’ una responsabi­lità non indifferen­te nell’epoca dei social e dell’anonimato da tastiera... Siamo bombardati da compliment­i e da critiche, si è sempre sotto i riflettori. E’ importante essere sempre ben

preparati e soprattutt­o equilibrat­i nei giudizi». La questione sicurezza e moto in corsa?

«Margini per migliorare ce ne sono sempre, è importante formare sia gli addetti ai lavori, sia le tantissime persone che fanno da spettatori. Ma il Giro ha una grande organizzaz­ione e molto rodata, che sa gestire al meglio tutte le varie situazioni». E i tifosi che popolano le strade come vanno istruiti?

«Ci sono troppi “fenomeni” che si vedono soltanto al Giro o al Tour, che toccano i corridori mentre si stanno giocando tappe e classifica o ci corrono a fianco rischiando l’incolumità propria e altrui. Sono giornate di festa, sabato 21 sui quattro Passi e sul Giau sono attesi centinaia di migliaia di tifosi. Uno spettacolo che non deve essere rovinato».

 Le vette Decisivo il tappone con i passi dolomitici  I big I veneti? Io punto su Formolo e Battaglin

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Voce in tv Silvio Martinello, ex campione e ora commentato­re per RaiSport

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