Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Documentazione falsa per avere i profughi la prefettura di Padova scarica Ecofficina
Dopo l’inchiesta, una nota degli uffici ammette «difformità». Ma molte carte non tornano, ecco quali
La Prefettura di Padova parla chiaro: il Comune di Due Carrare ha ricevuto carte falsificate. La nota è arrivata nel pomeriggio di ieri, il linguaggio è formale ma nulla lascia all’interpretazione: «In considerazione di tale circostanza (ovvero quella delle indagini relative al bando di accoglienza Sprar di Due Carrare ndr) la Prefettura ha fatto le verifiche dalle quali è emersa la difformità dell’atto in possesso al comune di Due Carrare rispetto a quello effettivamente sottoscritto».
Tradotto: qualcuno ha mentito. Parole che arrivano come pietre su Ecofficina Educational, che per aggiudicarsi il bando accoglienza 2016 ha presentato una falsa convenzione con la prefettura datata 6 gennaio 2014, quando invece era stata firmata il 14 maggio 2014. In seguito all’inchiesta del Corriere del Veneto che mercoledì aveva denunciato l’esistenza dell’atto dubbio (anche perché il 6 gennaio i profughi non erano ancora arrivati) il giorno dopo la procura ha aperto un’inchiesta, indagando per truffa e falso i vertici della cooperativa Simone Borile e Gaetano Battocchio. Ma se è vero quello che dice la Prefettura allora ci sarebbe un secondo documento falso, quello presentato dalla cooperativa al Comune tre settimane fa: ovvero una «nuova convenzione» controfirmata dal viceprefetto vicario Francesca Iacontini, la quale dice che gli atti erano stati firmati sì il 14 maggio, ma sono da considerarsi retroattivi all’8 gennaio 2014.
Forse è una «pezza» che la coop avrebbe messo per giustificare il primo falso del 6 gennaio, del quale erano venuti a conoscenza tutti visto che le altre coop avevano fatto richiesta di accesso agli atti, accorgendosi della «discrepanza». Ma c’è un giallo: questa «pezza» sarebbe anche nei pc della prefettura. La spiegazione plausibile è che qualcuno abbia inserito questa copia all’insaputa dei funzionari, o probabilmente è un atto ricevuto dal comune di Due Carrare sul quale la prefettura stessa stava indagando. Ciò che è certo è che i prefetti sono stati lasciati soli nel gestire l’ondata migratoria, e il diktat da Roma è sempre stato quello del riserbo totale. E’ per questo che il 10 dicembre 2014 il viceprefetto vicario Pasquale Aversa dirama un comunicato che arriva via Pec a tutte le coop: «Viene segnalato che Istituzioni, Enti e altri Organismi chiedono dati, notizie ed altro sui profughi in gestione. Ciò premesso si invitano le SS.LL. a sospendere senza indugio alcuno l’invio a chicchessia dei dati sopracitati».
La data riportata nella lettera è importante, perché arriva dieci giorni dopo un’inchiesta del Corriere del Veneto sulle pessime condizioni dei profughi di Montagnana (caso che ha fatto scaturire la prima inchiesta su Ecofficina avviata ad aprile scorso), e in molti cominciano a fare domande. A tale conferma c’è un’altra lettera, firmata sempre da Aversa il 4 dicembre 2014, in cui Ecofficina è invitata a «sospendere, con decorrenza immediata, l’invio del report quotidiano ed ogni altra informazione sui profughi al comune di Due Carrare».
Ma ora la domanda è un’altra: con tutte queste inchieste (truffa aggravata, maltrattamenti, falso), Ecofficina potrà ancora gestire i milioni di euro traghettati dalla Prefettura?