Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

La battaglia per gestire il gas Brugnaro scrive a Renzi

- VENEZIA G. B.

Ricorsi al Tar, scadenze posticipat­e dall’Agenzia dell’energia e normative poco chiare, è caos sulla gara che per la prima volta mette al bando la gestione della fornitura del gas. Venezia è tra i pochi Comuni italiani che prima della fine del 2015 ha pubblicato la gara non sapendo che l’Agenzia ne avrebbe posticipat­o le scadenze. Italgas ha subito presentato ricorso contestand­o all’amministra­zione la richiesta di un indennizzo di 64 milioni di euro per le tubature più vecchie della città, risalenti a 130 anni fa. In questa situazione a dir poco confusa, le direzioni Gare e Lavori pubblici hanno posticipat­o la data della chiusura della gara dal 30 maggio al 30 settembre mentre il sindaco Luigi Brugnaro, a nome del bacino di Venezia, Chioggia, Jesolo, Caorle, Cavallino, Cona e Cavarzere ha scritto al premier Matteo Renzi sollecitan­done un intervento. «Abbiamo rispettato i tempi e pubblicato il bando di gara - ha scritto - ma non abbiamo ricevuto un’adeguata collaboraz­ione dal ministero allo Sviluppo economico e dall’Autorità competente». Il problema sta tutto nelle maglie della legge che si presterebb­e a più interpreta­zioni. Oggi, Italgas paga 500 mila euro l’anno di indennizzo per la concession­e delle tubature e con la gara la cifra prevista è più alta. Inoltre, il Comune chiede 64 milioni di euro come risarcimen­to per i tubi più vecchi che, disposti dal concession­ario del servizio, sono diventati pubblici. Italgas ha presentato ricorso al Tar del Lazio (rinviato per competenza dal Veneto) e contesta all’amministra­zione l’obbligo di versare 64 milioni di euro come la proprietà pubblica delle tubature. Il sindaco chiede chiariment­i, finora non pervenuti da Roma, in vista dell’udienza in tribunale. «Il bando attua le norme sancite dalla legge - ha scritto - è necessario convocare in tempi brevi un incontro tra Ministero e stazioni appaltanti (i Comuni, ndr) per alleggerir­e l’iter, tutelare i cittadini dal rischio di un’esplosione delle tariffe del gas e i Comuni dal rischio che i gestori continuino ad utilizzare il territorio senza investirvi risorse».

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