Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Crociere, la gara di Vtp va avanti Compagnie in pressing sulla Regione
Interrogazione a Zaia: dove saranno trovati i soldi? Lo studio: che «boccia» gli armatori
Più che una partita a scacchi è una sfida all’ultimo sangue in cui nessuno vuole mollare fino al suono della campanella che rimane fissata all’11 maggio, termine ultimo per Veneto Sviluppo, società partecipata dalla Regione, di esercitare il diritto di prelazione sulla vendita delle quote da parte del Porto della Venezia terminal passeggeri. La decisione del Consiglio di Stato di accogliere l’appello della cooperativa Portabagagli contro l’ordinanza del Tar che aveva bocciato il ricorso contro la vendita non fa cambiare i piani al Porto. «E’ un invito al Tar ad entrare nel merito presto, la gara prosegue » , comunica Apv Investimenti.
La vendita delle quote della Venezia terminal passeggeri però sta mandando in fibrillazione politica, operatori e compagnie di crociera che da giorni sono in pressing nei confronti del governatore Luca Zaia perché rinunci ad esercitare il diritto di prelazione sul 35,5 per cento delle azioni di Vtp. Ieri i consiglieri della « lista Tosi » Casale, Bassi e Conte, e del «Veneto del Fare» Negro hanno presentato un’interrogazione alla giunta per sapere con quali strumenti finanziari verranno trovate le risorse necessarie all’acquisizione delle quote e nel caso di eccesso di concentrazione azionaria se ci sono soggetti pubblici o privati disposti ad acquisirne. L’operazione che ha in mente Veneto Sviluppo infatti è di esercitare il diritto di prelazione versando i 24 milioni di euro previsti (tagliando così fuori Msc, Costa, Royal Caribbean e la Global Holding che avevano presentato l’offerta alla gara) e successivamente cederne una parte agli altri soci minori (così come previsto anche nel bando), ossia la Finpax (terminalisti ed operatori) e alla Save di Enrico Marchi, entrambi con il 22 per cento. La cosa escluderebbe le compagnie di crociera, che già oggi partecipano alla gestione dei porti di Civitavecchia, Genova e Catania e che volevano mettere un piede nel business
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