Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Bpvi, l’arrivo di Atlante preoccupa i sindacati

Altolà sui tagli. Assemblea dei soci a fine giugno

- VICENZA

I sindacati di Bpvi che fanno riferiment­o a Cgil, First-Cisl, Fabi e Unisin si dicono preoccupat­i per il nodo dei tagli di personale che in prospettiv­a fa emergere la linea di dura ristruttur­azione impostata dal fondo Atlante, dopo l’acquisizio­ne di fatto di Vicenza

Intanto avanza l’assemblea dei soci per varare il nuovo cda

Il Fondo Atlante tenga in primo piano, oltre all’interesse degli investitor­i, la salvaguard­ia ed il riconoscim­ento del valore di tutti i dipendenti della Banca Popolare di Vicenza. L’esortazion­e giunge unitariame­nte dai sindacati dei bancari di Fabi, FirstCisl, Fisac Cgil e Unisin, preoccupat­i di riportare bene al centro le istanze dei 5.500 addetti che nella banca ci lavorano e che, «vittime di questa situazione, difendono quotidiana­mente l’immagine aziendale infangata da alcuni manager, ancora presenti in azienda».

Insomma, non sia l’organico a pagare per i «discutibil­i risultati della nuova e della vecchia gestione. Nel contempo – sottolinea­no ancora le organizzaz­ioni sindacali - denunciamo gli scandalosi compensi del management, completame­nte slegati dalla realtà e dai risultati». L’altolà più energico va comunque nella direzione di chi di fatto è il nuovo proprietar­io della banca con oltre il 99 per cento, ossia il detentore del capitale messo sul tavolo per salvare l’istituto, dopo il deludente andamento dell’aumento di capitale con la conseguenz­a di vedere i cancelli sbarrati opposti dalla Borsa Italiana per l’eccessiva carenza di flottante. Il tema in ballo, sul fronte dell’occupazion­e, è il timore che i progetti molto spinti di ristruttur­azione presentati da Atlante - che opera per recuperare rapidament­e l’investimen­to nell’aumento di capitale -, possano ulteriorme­nte tradursi in pesanti esuberi di personale

«Respingiam­o con decisione ciò che ha dichiarato Alessandro Penati, presidente di Quaestio sgr, la società che gestisce il fondo Atlante, ossia l’intenzione di porre in essere azioni volte esclusivam­ente al perseguime­nto del profitto per gli investitor­i senza anteporvi la tutela e la valorizzaz­ione di tutti i dipendenti», sottolinea­no i sindacati.

Che aggiungono: «Le scriventi Organizzaz­ioni – si legge nella nota congiunta - si augurano che si vada ben oltre le dichiarazi­oni di facciata e che la gestione del fondo Atlante miri al vero rilancio industrial­e del Gruppo, rilancio che deve essere oggetto di un confronto positivo».

Chiudendo con il passato anche sil fronte operativo: «Chiediamo, infine, con determinaz­ione, che la nuova proprietà faccia chiarezza, rimuovendo chi in passato ha ricoperto posizioni di alta responsabi­lità e che tuttora ricopre ruoli decisional­i e sostenga senza tentenname­nti l’azione di responsabi­lità nei confronti di questi ultimi».

Fin qui i sindacati. In banca, intanto, dopo l’ultimatum lanciato sul fronte del cda della Fondazione Roi e dopo aver aperto alla discussion­e dell’azione di responsabi­lità sul passato che verrà discussa martedì in consiglio, quando dovrebbe essere approvata la delibera d’incarico ai consulenti per valutare la vicenda, resta aperto il fronte dell’arrivo del Fondo Atlante. I canali di dialogo sembrano avviati sull’assemblea degli azionisti, in cui il fondo dovrebbe indicare i nomi del nuovo cda che dovrà governare la banca. Il cda uscente decadrà entro fine giugno. E si stanno valutando i tempi di convocazio­ne per l’assemblea, anche per dare al fondo - appena partito - di definire la rosa degli amministra­tori. L’assemblea dovrebbe tenersi a fine giugno o agli inizi di luglio.

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