Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Chioggia, quattro rivali insidiano il secondo mandato di Casson

La spinta di Brugnaro contro il sindaco uscente. I veti e i simboli spariti dalle liste. I sondaggi: testa a testa

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C’è un Casson candidato e uno schieramen­to fucsia con dentro Forza Italia. Riecheggia la Venezia al voto di un anno fa, la campagna elettorale di Chioggia ma in una versione in sedicesimi: 50mila abitanti in luogo dei 263mila del capoluogo, cinque candidati invece di dieci e un risultato, se possibile, ancora più imprevedib­ile per la seconda città più popolosa ed estesa della provincia.

I sondaggi ad un mese dal voto dicono che quattro dei cinque candidati hanno buone possibilit­à di arrivare al ballottagg­io, con scarti di gradimento percentual­e non troppo significat­ivi. L’ultimo miglio della campagna farà la differenza.

I candidati. C’è Giuseppe Casson, avvocato e sindaco uscente, sostenuto da una coalizione centrista e dalla Lega con quattro liste: la sua civica «Chioggia è libera Casson Sindaco», gli under 30 di 100% Chioggia, Lega e «Popolari e Riformisti», che raduna Udc e Ncd e ha rinunciato al logo di Alleanza Popolare e pure al simbolo dello scudocroci­ato (per la prima volta assente dalle schede a Chioggia) perché da Matteo Salvini è arrivato un veto totale su alleanze col partito di Alfano. Eloquio forbito e una bonomia capace di ammaccare gli avversari, fino a metà marzo Casson era stato un brugnarian­o convinto in Città Metropolit­ana, dove siede da consiglier­e. Poi il sindaco di Venezia gli aveva fatto il discorso del fustino di detersivo («In campagna elettorale non importa il contenuto ma il packaging del fustino di detersivo») e in un incontro con la civica Chioggia Viva aveva detto chiaro e tondo: «Questo sindaco non è più ricandidab­ile». La scelta di campo Brugnaro l’ha fatta su Chioggia Viva, think thank imprendito­riale attivo da due anni che a marzo ha sposato le insegne fucsia (il sito internet, la sede elettorale, l’accento sulle frazioni, il colore simbolo identici a quelli dell’imprendito­re veneziano nella campagna di un anno fa) e accettato finanziame­nti e strategia mettendo in conto, sì, una quota di cessione di sovranità di lista ma in Chioggia è il secondo comune più importante della Città metropolit­ana, il settimo della regione cambio di un’alleanza strategica col capoluogo e con l’uomo simbolo della riscossa civica del centrodest­ra che promette di fare strada nel panorama nazionale e regionale. Se il Carroccio sta con Casson, Fare di Flavio Tosi, Forza Italia, Rete per il Veneto e Fratelli d’Italia stanno con la candidata sindaco Marcellina Segantin, architetto, che ha parlata franca e gira mercati e frazioni con l’immancabil­e chiodo fucsia. L’ultima foto simbolo è il selfie al mercato con Stefania

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