Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Sì del giudice Riina jr può andare dal padre
Il Tribunale di Sorveglianza di Padova dà il via libera alla visita di «Salvuccio» all’ex Capo dei Capi L’allarme delle associazioni antimafia: «Le cosche potrebbero considerarlo un passaggio di consegne»
Salvuccio Riina, figlio di Totò, il «capo dei capi» di Cosa Nostra, potrà incontrare il padre, malato, all’ospedalecarcere di Parma. Sì del giudice.
Quattordici anni spazzati via in un secondo. Perché da martedì, da quando cioè il Tribunale di Sorveglianza ha dato il suo benestare, Giuseppe Salvatore Riina, terzogenito e figlio prediletto di Totò il «capo dei capi» di Cosa Nostra, potrà incontrare il padre riannodando così un filo di rapporti che si era interrotto oltre quattordici anni fa. Anni in cui lui, «Salvuccio», sembra aver cambiato vita: dal carcere dove scontava nove anni per associazione a delinquere di stampo mafioso, a una cooperativa di Padova, dove il figlio del boss è in regime di libertà vigilata.
In mezzo, tanti tentativi di riavvicinamento, un libro in cui «sangue puro di Corleone» – come l’aveva apostrofato nel 2000 la madre Ninetta Bagarella - rivendicava l’amore per il padre e un’intervista a Bruno Vespa, discussa (e pure molto), in cui lui avrebbe lanciato messaggi al mondo mafioso. Tutte sfaccettature che avevano portato la polizia e i vari tribunali a respingere ogni richiesta di visita, con la paura che il figlio diventasse messaggero del padre. Ostacoli che però non hanno impedito al Tribunale di Sorveglianza di Venezia e al suo presidente Giovanni Maria Pavarin di accogliere il reclamo di Riina jr contro l’ordinanza che a giugno gli vietava di far visita al padre (all’epoca detenuto nel carcere milanese di Opera, a Milano) e dare il disco verde ai futuri incontri, come chiesto dall’avvocato Francesca Casarotto.
Nell’ordinanza, infatti, il giudice relatore Marcello Bortolato parla del fatto che nel regime di carcere duro previsto per l’uomo che fu il mandante delle stragi di Capaci e di via D’Amelio, dove persero la vita i magistrati Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, non ci siano prescrizioni o limitazioni all’incontro con i familiari, nemmeno con il terzogenito: l’unico che non ha mai incontrato il padre negli ultimi anni.
I giudici hanno poi valutato la condizione di Totò Riina, ricoverato e piantonato in ospedale a Parma malato gravemente. E i messaggi filtrati? La Sorveglianza risponde che il regolamento dei colloqui di chi è sottoposto al carcere duro (il vetro a separare detenuto e familiare, le conversazioni attraverso un telefono, un agente di polizia penitenziaria ad assistere e ascoltare il colloquio con la possibilità di sospenderlo e la registrazione audio-video) sia sufficiente a bloccare qualsiasi passaggio di consegne.
Ma quello che preoccupa e fa discutere è il valore simbolico di un simile incontro. «Tra loro sono i silenzi e gli sguardi che parlano – è il pensiero di Pierpaolo Romani, coordinatore di Avviso Pubblico -. Ho massimo rispetto per l’autorità giudiziaria ma come c’è una verità giudiziaria c’è anche una lettura storica. Bisogna capire e interrogarsi sulla lettura che darà il mondo mafioso di questa visita. Il contatto fisico potrebbe essere un passaggio di consegne in Cosa Nostra. Salvuccio è capace di stare in tivù, fa un libro e con questo dice “noi Riina ci siamo e torneremo quello che eravamo una volta”».
Parla di «mimetizzazione» l’onorevole Pd Alessandro Naccarato, componente della Commissione parlamentare Antimafia. «Vista la caratura criminale dei due soggetti e i precedenti penali, la decisone, che rispetto, mi stupisce in negativo – spiega Naccarato -. Riina jr sta compiendo quell’opera tipica dei nuovi vertici delle organizzazioni mafiose: far apparire quasi umana la mafia, ma non è così».
Cambia punto d’osservazione l’avvocato Alessandro Finazzo, presidente dell’associazione Vittime delle mafie e del terrorismo: «La paura c’è e ci deve essere, quel Totò Riina è sempre Totò e un conto è l’aspetto umano, un altro la pericolosità sociale. Francamente - precisa non vedo il pericolo di passaggio di consegne: Riina Jr mi sembra un personaggetto di poco spessore. Il problema è che lo Stato non deve permettere a Totò Riina di incontrare i familiari, Riina deve incontrare solo le guardie. Potrebbe però esserci un effetto evocativo sulle famiglie di Corleone, ancora attaccate al suo mito».
I magistrati Per il tribunale non ci sono prescrizioni all’incontro tra Totò Riina e i familiari