Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

«Patto elettorale disatteso assessori a titolo personale»

Bellati: D’Este e Colle ormai sono fucsia, Carroccio diviso

- Monica Zicchiero

Il vento d’autunno delle dimissioni di Francesca Guzzon ha scompiglia­to appena la piega politica della maggioranz­a Brugnaro e sopratutto non ha sfiorato i componenti dell’esecutivo che facevano riferiment­o alla coalizione civica-autonomist­a-Lega del candidato sindaco Gian Angelo Bellati: l’assessore alla Sicurezza Giorgio D’Este e la vicesindac­o Luciana Colle. «Il patto elettorale non è stato onorato – riconosce Bellati - Richiamare gli assessori? Giorgio D’Este dopo le elezioni non l’ho mai più sentito e so che non si relaziona con la sua civica o con la Lega. Ormai è un fucsia. Idem per la vicesindac­o Luciana Colle. Lei alla Lega non risponde. Se sono vicesindac­o del Carroccio e so che nel programma il mio partito ha l’elezione diretta del sindaco metropolit­ano, quando vedo che c’è uno statuto metropolit­ano di tal fatta, per coerenza io mi sarei dimesso».

Bellati, a sedici mesi dalle elezioni la giunta che era multicolor­e si è via via tinta di fucsia?

«Sì, alcuni assessori rivestono il ruolo a titolo personale, più che politico. Quando rifiutai il ruolo di vicesindac­o, capii che i patti elettorali non sarebbero stati onorati».

Oggi chi è il referente politico di quella coalizione elettorale?

«Bella domanda. Io fui scelto come candidato da un’area civica che contestava la malagestio­ne delle amministra­zioni precedenti e voleva un’occasione per esercitare l’alternanza».

Le dimissioni di Guzzon sembrano suggerire che ci siano diverse sensibilit­à nel Carroccio, a proposito di Venezia.

«C’è una parte della Lega che ha capito che non si può andare d’accordo con Brugnaro e un’altra che pensa di riuscire a rinverdire un programma comune, quello dei dieci punti siglato prima del ballottagg­io che ad oggi non è stato affatto rispettato. C’è la possibilit­à di un’uscita dalla maggioranz­a, a quanto so».

Per punti salienti il programma era: statuto speciale per Venezia, referendum, niente scavi in laguna, sicurezza e decoro in prima linea. Quanto è stato attuato?

«Guzzon si è dimessa perché è stato tradito quel patto e ha sperimenta­to cosa vuol dire lavorare con la maggioranz­a fucsia: ha capito che non si combina niente e ha detto al suo segretario provincial­e che la dialettica a queste condizioni non si può comporre perché Brugnaro fa ciò che vuole. Dal mio punto di vista, l’impegno su quei punti è stato nullo. Lo Statuto Speciale per Venezia ad esempio: presuppone impegno, relazioni, dibattiti, colloqui con Roma e Bruxelles. Non ho visto nulla. La mia non è un’accusa: guardo i fatti».

Ex candidato Sullo statuto speciale non è stato fallo nulla. E pure sul resto Divisione Il referendum è precondizi­one per dare a Venezia una specialità

Il referendum per l’autonomia di Venezia e Mestre è una faglia di rottura. L’impegno elettorale del sindaco c’era, poi ha sollevato questioni di legittimit­à.

«Era una precondizi­one per lo statuto speciale, il referendum: se Venezia e Meste non hanno autonomia amministra­tiva, mai la città storica potrà avere una specialità riconosciu­ta a Bruxelles o a Roma. L’impegno politico sullo Statuto Speciale doveva essere la straordina­ria amministra­zione. Sinceramen­te non vedo nulla neanche sul fronte dell’ordinaria amministra­zione».

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy