Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Calzature, Montebelluna e Riviera del Brenta studiano il distretto unico tra lusso e hi-tech
Un unico distretto della calzatura che sappia valorizzare al meglio sia le competenze tecniche sviluppate nell’area dello Sportsystem di Montebelluna, nel Trevigiano, sia le capacità di cavalcare i mercati del lusso internazionali tipiche dei produttori della Riviera del Brenta, nell’area a cavallo tra Padova e Venezia. Anche di questo si è parlato, ieri, durante la presentazione di una manifestazione-evento da oggi a domenica, a Montebelluna, dal titolo «Dagli scarperi allo Sportsystem - Tradizione e innovazione», nella sede della Confartigianato della Marca Trevigiana.
Se le lavorazioni e l’impiego di materiali sempre più sofisticati sono stati la leva sulla quale il distretto pedemontano si è imposto negli anni all’attenzione del mondo, in sostanza, attraverso dialoghi sempre più fitti con chi invece si occupa di calzature di fascia alta e sa intercettare le tendenze mondiali del fashion le potenzialità di entrambi i contesti non possono che migliorare. Considerazioni, queste ultime, già metabolizzate da singole azienda dell’una e dell’altra parte della regione, al punto che forme di collaborazione sono ad oggi già praticate. Ora si tratta di progettare un sistema organizzato «facendo incontrare delegazioni dei due distretti prima che le istituzioni. E non importa se le piattaforme produttive non sono confinanti perché – ha fatto presente Mirco Casteller, responsabile dell’area sindacale della Confartigianato trevigiana - con le tecnologie di comunicazione attuali la contiguità territoriale per integrare e mettere in sinergia le rispettive potenzialità non è più necessaria come in passato».
Da qui, perciò, la proiezione in un futuro non troppo lontano di un’ipotesi di grande distretto che marcia su due gambe. «La nostra – interviene Siro Badon, presidente dell’Associazione dei calzaturieri della Riviera del Brenta, l’Acrib – è una struttura dinamica e aperta sempre a 360 gradi ad ogni nuovo stimolo. In un’epoca in cui quella delle aggregazioni è la strategia prioritaria per poter interpretare al meglio la globalizzazione dei mercati è naturale che si cerchino relazioni con soggetti che parlano la stessa lingua. Poi, se son rose fioriranno».
In base ad un’indagine condotta dalla Confartigianato di Treviso su una cinquantina di aziende del comparto risulta che il 38 per cento di esse ha più di dieci dipendenti, una su due lavora da terzista e solo il 56 per cento utilizza il web con un proprio sito. Nel Trevigiano operano 438 imprese del calzaturiero, di cui 215 artigiane, con 4.600 dipendenti totali.
Siro Badon Pronti a relazioni per i mercati globali