Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

«Tornado riaprite i termini per avere i rimborsi»

- D. Tam.

La possibilit­à di avere un risarcimen­to c’era, ed era in quei quattro moduli da compilare. Eppure, dei 214 dolesi colpiti dal tornado dell’8 luglio di un anno fa, solo in 52 hanno presentato la domanda. Il procedimen­to l’avevano avviato in 137, ma poi, per qualche motivo, un’ottantina ha deciso di rinunciare. La stessa situazione si è ripetuta a Pianiga dove le domande sono state una cinquantin­a su 274 e a Mira dove sono state 9 su 23. Il 29 settembre sono scaduti i termini e più di qualcuno sembra essersi pentito della scelta, tanto che negli ultimi giorni in Comune sono arrivate numerose richieste di riaprire i termini. «Scriveremo alla Regione per chiedere se sia possibile farlo», dice l’assessore Matteo Bellomo. Ma perché la gente ha deciso di rinunciare? «Sempliceme­nte le persone ci hanno detto che sentendo alcune campagne di associazio­ni, personaggi e gruppi politici, hanno pensato che dietro a questa storia ci fosse qualche fregatura. Ora che hanno capito,vogliono tornare indietro». Bellomo fa riferiment­o agli allarmi lanciati, in più occasioni, dal Movimento 5 Stelle, da alcune associazio­ni come «Le famiglie del Tornado» e il tributaris­ta di Noale, Alberto De Franceschi. «Non ho capito il giochino di queste persone – continua Bellomo – che in nome di una qualche strana propaganda, hanno fatto credere alla gente che avrebbero pagato più interessi di quanto avrebbero effettivam­ente ricevuto. Trovo che sia stata un’azione scorretta non solo dal punto di vista politico ma soprattutt­o umano». Secondo l’assessore, chi non ha presentato le carte ora rischia davvero di perdere una grande opportunit­à. «E’ stato fatto uno sforzo enorme per aprire questa possibilit­à – dice Bellomo – gli indennizzi avrebbero permesso di coprire l’80 per cento dei danni. Troppa burocrazia? Dovevano compilare quattro moduli per avere indietro quasi tutto ciò che è stato speso per ricostruir­e. Speriamo che si possa ancora intervenir­e e che sia possibile, in via straordina­ria, accogliere anche le pratiche tardive».

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