Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Lo stallo sul nuovo ospedale che «terremota» Padova
Tutti d’accordo, fuorché il sindaco Giordani
PADOVA Quella del grande ospedale regionale di Padova è una storia infinita. Prima che la giunta del leghista Massimo Bitonci cadesse, era tutto pronto perché fosse realizzata una nuova struttura nell’area di Padova Est, con il sì della Regione e del rettore del Bo, Rizzuto. Ma ora la giunta del neo sindaco di centrosinistra, Giordani, giocando questa carta in campagna elettorale, ha rimesso tutto in discussione, proponendo il «nuovo sul vecchio». Le carte dicono che è impossibile. Zaia furioso: «Lo faremo altrove».
PADOVA È l’opera che a Padova aiuta a vincere le elezioni e che alla fine contribuisce a decretare la fine delle giunte. Il nuovo ospedale della città del Santo, definito nei documenti della Regione e dell’ateneo padovano «policlinico universitario regionale di interesse nazionale e internazionale» è un tema caldo da almeno undici anni, un dibattito capace di far volare, tremare e schiantare la politica locale come poche altre cose di questi tempi.
Ma andiamo con ordine e facciamo un piccolo passo indietro. Qualcuno ricorderà che tre anni fa l’allora sindaco Massimo Bitonci - lo sceriffo leghista che ha basato tutta la sua campagna elettorale sulla sicurezza e contro il consumo di suolo - conquistò palazzo Moroni al grido di «nuovo su vecchio», cioé la possibilità di ricostruire l’ospedale sul sito odierno per non portarlo fuori città (nella zona di Padova Ovest dove lo volevano i suoi predecessori Flavio Zanonato e Ivo Rossi) e per non lasciare un cratere in pieno centro (come è successo a Mestre nella terraferma veneziana).
Ma l’idea del nuovo polo sanitario sullo stesso sito in cui sorgono i blocchi dell’attuale ospedale si schiantò sulle relazione tecniche dell’università, della Regione e dello stesso Comune di Padova. Insomma, una volta eletto, Bitonci fu respinto con perdite con la conseguenza che è stato rimesso in discussione quello che prima dell’arrivo del leghista sembrava il progetto definitivo: la realizzazione di un nuovo polo sanitario nell’area di Padova Ovest tra i campi che si intravedono da corso Australia (dove c’è il Geox, per chi non è pratico della città).
Bitonci ci ha messo quasi due anni a trovare un nuovo sito e poco prima della caduta della sua amministrazione Comune, Regione, Università, Azienda ospedaliera di Padova e Iov stavano per firmare un accordo di programma che avrebbe fatto nascere il nuovo ospedale nella zona di Padova Est compresa tra l’Ikea e la zona industriale. Ma visto che chi di «nuovo su vecchio» ferisce, di «nuovo su vecchio» perisce ecco che uno degli elementi che ha contribuito alla sconfitta elettorale di Bitonci a favore del nuovo sindaco Sergio Giordani è stato proprio il fatto che il leghista voleva portare l’ospedale fuori dal centro (cioé a Padova Est) mentre il centrosinistra (che per tutta la campagna elettorale contro Bitonci nel 2014 sosteneva l’impossibilità di «nuovo su vecchio») ha colto la palla al balzo facendo suo il mantra dell’avversario. A due mesi dalla vittoria di Giordani però la situazione è diventata esplosiva. Il sindaco ha promesso agli elettori che avrebbe fatto l’ospedale dove è ora e grazie a questa operazione ha ottenuto la fiducia della sinistra di Arturo Lorenzoni, azionista di punta della maggioranza di governo. La relazione tecnica che boccia la proposta che era della Lega e oggi è del centrosinistra però resta uguale con il passare degli anni. Nuovo su vecchio non si può fare perché mancano i volumi scambiatori dove mettere malati e sale operatorie e «comporterebbe enormi disagi per pazienti e personale sanitario a causa di traslochi continui, di cantieri che portano rumore e infezioni, di congestione della viabilità cittadina e dei costi insostenibili». Visto che non si può lasciare la città senza un’ospedale per cinque o sei anni, il lavoro andrebbe fatto a stralci isolando i blocchi più interni per mesi o forse anni. Insomma, senza entrare nei dettagli tecnici vale il riassunto fatto dall’ex presidente della Scuola di Medicina Santo Davide Ferrara: «Ristrutturare il vecchio ospedale sarebbe come cambiare il motore di un aereo in volo con la conseguenza che quell’aereo sarebbe destinato a precipitare con i passeggeri dentro». Politicamente però per il sindaco di centrosinistra non si può fare nemmeno a Padova Est, area scelta dal suo avversario Bitonci e avallata da Regione e Università, pena il rischio di una profonda frattura nella sua giunta. Memore del fatto che il suo predecessore ha perso la poltrona anche a causa della virata sul nuovo ospedale si muove come un sottomarino evitando l’argomento e limitandosi a comunicati stampa lunghi e confusi che difendono la scelta fatta in campagna elettorale. Lo stallo però non piace all’università tanto che il rettore del Bo, Rosario Rizzuto, solitamente molto attento a non entrare nell’agone politico padovano, si è sentito in dovere di rimarcare la posizione dell’università che dall’inizio della vicenda undici anni fa è sempre stata coerente: «Non mi stancherò mai di ripetere che Padova ha bisogno di un nuovo ospedale con le dimensioni, la struttura e l’organizzazione degli ospedali moderni. Mettere in dubbio la costruzione di un’opera del genere rappresenterebbe una sconfitta per tutta la città e per la tradizione della Scuola di Medicina di Padova». Nemmeno la bordata del governatore Luca Zaia ha smosso la situazione. Nonostante il governatore abbia chiarito che la Regione vuole realizzare al più presto il nuovo ospedale a Padova Est o si dovranno pagare le conseguenze («Così il Comune rischia il danno erariale, se il Comune non vuole fare nuovo su vecchio me lo dica in faccia e andrò a fare l’ospedale da un’altra parte», ha detto due giorni fa), Giordani continua a evitare il confronto osservando un silenzio assoluto. Che però stavolta non è d’oro.
Politici e tecnici Tutti vogliono rifarlo sul vecchio e tutti scoprono (tardi) che non si può Così ogni volta si riparte