Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Accoltellato a morte nel bed & breakfast per una sigaretta
Dodici ore negli uffici della squadra mobile. Per non ammettere nulla, se non che «abbiamo litigato io e lui». E dire che alla base di quella discussione che è sfociata in una coltellata mortale, ci sarebbe stata una sigaretta negata. Una versione ritenuta poco credibile dai poliziotti della squadra mobile e dal pubblico ministero Valeria Ardito che conduce le indagini, quella data dall’operaio portoghese 37enne che ieri nel primo pomeriggio è stato fermato con l’accusa di omicidio volontario aggravato da futili motivi e per l’uso dell’arma. Sarebbe stato lui ad uccidere, verso le 21,30, un suo collega di 58 anni con il quale lavorava a Verona da pochi giorni. E lo avrebbe fatto con un fendente che gli ha reciso l’arteria femorale, facendolo morire dissanguato. Joaquim Manuel Fajardo Moio è morto in una manciata di secondi e in una pozza di sangue nella stanza adibita a salotto con angolo cottura nella depandance della «Dimora del cacciatore», struttura di «appartamenti low coast» in via Legnago. Era arrivato a Verona, con il 37enne sospettato di averlo ammazzato e altri cinque manovali, da una settimana. Operai specializzati, tutti portoghesi e tutti dipendenti della Eurorefract, azienda con sede a Coibra che realizza e installa forni industriali. Una squadra «assemblata» per un appalto