Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Marghera, sguardo sul presente Il sindaco: «Il luogo giusto per ospitare grandi strutture»
MESTRE Una serie di foto scattate negli ultimi tre mesi per raccontare i cento anni del petrolchimico, tra le fondamenta degli impianti – uniche sopravvissute dopo la smobilitazione – e la forza placida della natura, che già si sta rimpossessando di quegli spazi. Ieri sera, nella sala espositiva del centro Candiani, i fotografi Alessandro Scarpa e Carlo Albertini hanno presentato la loro personale lettura del fenomeno Porto Marghera, incarnata nella mostra «PM 100». Ad inaugurare l’esposizione il sindaco Luigi Brugnaro, che ha ribadito la volontà di riportare quei 108 ettari a nuova vita: «A Marghera era tutto sovradimensionato, un capannone era grande cinque volte i suoi equivalenti nel resto della terraferma. Oggi la città è cresciuta, chiede proprio simili grandezze – lo stadio, il palazzetto dello sport – e Marghera è di nuovo il posto giusto per ospitarle». Il primo cittadino ha insistito sulla vocazione industriale del waterfront («Non si pensi di coltivarci melanzane o costruirci un asilo»), che però per essere soddisfatta richiede forti investitori: «Per essere attrattivo, però, lo spazio deve essere accessibile e utilizzabile – ricorda Brugnaro – ecco perché insistiamo sulla necessità di cambiare le procedure, snellendole: non è possibile che ogni variante nei progetti debba passare per le commissioni romane, che si riuniscono ogni sei mesi». Il sindaco sta anche valutando la possibilità di un concorso rivolto a giovani talenti dell’ingegneria e dell’architettura, sempre però nell’ottica di un processo univoco: «Vogliamo progetti che comprendano il piano di bonifica e la conse- guente opera da realizzare, di modo da poter valutare tutto insieme, considerando anche l’aspetto sociale e occupazionale». Dal canto loro i due fotografi si sono detti onorati della possibilità che hanno avuto, ma soprattutto colpiti da quanto hanno scoperto: «Abbiamo potuto accedere a luoghi normalmente blindati – sottolinea Scarpa – e per questo dobbiamo ringraziare la sinergia nata tra noi e le aziende che in quelle aree ancora lavorano»; «Cento anni fa – continua Albertini – si gettavano le fondamenta degli impianti, oggi rimangono solo quelle. È una circolarità che fa riflettere». La mostra, ad ingresso gratuito, occuperà il terzo piano del centro culturale fino al 1 ottobre, e sarà visitabile da mercoledì a domenica, tra le 16 e le 20.