Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Droga, indagini su sette decessi a Mestre
Il Comune convoca gli operatori. Eroina più pura per conquistare il mercato cittadino
Nella lunga lista di vittime della droga a Mestre negli ultimi mesi c’è anche il caso di un trentenne mestrino, trovato morto nel suo letto a metà agosto. Un ragazzo appartenente a una famiglia benestante che da tempo combatteva con la dipendenza. Sono sette i morti per droga degli ultimi mesi, due in 48 ore. Numeri altissimi, su cui sta indagando la Procura. Il Comune ha convocato per domani una riunione degli operatori per trovare misure preventive.
Nella lunga lista di vittime della droga a Mestre negli ultimi mesi c’è anche il caso di un trentenne mestrino, trovato morto nel suo letto a metà agosto. Un ragazzo appartenente a una famiglia benestante che da tempo combatteva con la dipendenza. La sua storia e la sua morte non sono arrivate sulle pagine dei giornali. Emerge adesso che Comune, operatori sociali, operatori sanitari e forze dell’ordine si interrogano sulle sette vittime della droga in pichi mesi. Un record negativo che Mestre non registrava da decenni.
Sotto accusa c’è un nuovo tipo di eroina che circola a Mestre. La qualità è migliore perché la droga è più pura ma, allo stesso tempo, pericolosissima. Gli effetti si vedono: sette morti da gennaio ad oggi solo a Mestre. Segno che la sostanza si sta diffondendo e anche in fretta. Il Comune ha convocato una riunione per capire e vedere cosa si può fare come prevenzione. Due giorni fa un 44enne di Noventa Vicentina è stato trovato senza vita in una stanza d’albergo in via Trento, vicino a lui una siringa. Un paio di giorni prima una 21enne si è sentita male ed è morta nella sua casa di via Vespucci dopo una dose, come ha raccontato il fidanzato che l’ha soccorsa per primo. È la più giovane tra le vittime quest’anno. Nella stessa settimana un 37enne di Dolo è stato stroncato da un malore in casa e, prima ancora, il 33enne mestrino. Nei mesi precedenti altri due tra cui un 35enne trovato morto in viale San Marco, sempre dentro casa e, all’inizio dell’anno, una madre di 32 anni rimasta vittima di un’overdose in uno stabile abbandonato frequentato per lo più da tossicodipendenti. Tutti gli episodi sono avvenuti a Mestre, dove sembrerebbe essersi insediato un giro di spaccio gestito soprattutto da tunisini e nigeriani, in particolare nella zona della stazione ferroviaria e nel quartiere Piave.
Su tutte queste morti la Procura ha disposto le autopsie e per alcune di queste si attendono ancora gli esiti degli esami tossicologici. Si cerca anche un collegamento, un legame che vada al di là della somiglianza tra le circostanze di tutti i decessi. Tutte le vittime assumevano abitualmente o avevano assunto in passato eroina, alcune erano anche state in comunità, tutte si sono sentite male dopo una dose.
Non si tratta di stupefacente tagliato male o con gli psicofarmaci o gli analgesici, ma di un prodotto di ottima qualità e a sostenerlo sono gli stessi tossicodipendenti. Si tratta di un tipo di droga che, essendo più pura, ha effetti potentissimi che mettono a rischio soprattutto i più giovani, i più debilitati e gli assuntori occasionali. Eroina che è arrivata in città nella competizione per conquistare i territori di spaccio.
La qualità è migliore, il prezzo è buono e accessibile, perciò gli spacciatori riescono a venderla. Qualcuno ieri ha notato perfino un camion accostare vicino ai giardini di via Piave e l’autista scendere per avvicinare uno spacciatore per uno scambio. Il tutto in pieno giorno, di fronte ai passanti.
La zona è «appetitosa» per i pusher e tra «imprenditori» della droga evidentemente qualcuno ha pensato di proporre una sostanza più invitante, anche se il pericolo è altissimo. A dimostrarlo sono i numeri delle vittime: l’anno scorso erano pochissimi e a perdere la vita erano soprattutto tossicodipendenti che da anni combattevano e il cui fisico era debilitato. Quest’anno, invece, in qualche caso le vittime sono anche molto giovani. E in città c’è preoccupazione, sia tra i residenti che tra gli enti che si occupano di assistere i tossicodipendenti. Alcuni rappresentanti del Comune, tra cui l’assessore alle politiche sociali Simone Venturini, hanno in programma per domani una riunione insieme agli altri organi assistenziali. «C’è stato un cambiamento nella partita di forniture a quanto pare – spiega Venturini - Studieremo possibili iniziative di prevenzione e di richiamo dell’attenzione soprattutto per i più giovani».
I numeri Non c’erano così tanti casi in pochi mesi da anni