Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Biennale Cinema
Presentato alla Mostra del Cinema è finanziato dalla Regione Veneto e da privati
Il film su San Leopoldo che parla anche dei suicidi
«Nè una biografia su San Leopoldo, ma la storia delle persone cui il santo ha dato speranza». Il regista padovano Antonello Belluco descrive così il suo film «Sulle mie spalle» su San Leopoldo Mandic, il padre cappuccino originario della Croazia ma padovano d’adozione, che anche papa Francesco ha indicato come esempio per la Chiesa, accanto a padre Pio. Il film è stato presentato ieri alla Mostra del Cinema di Venezia nello spazio della Regione Veneto. L’idea, finanziata dai fondi regionali e con risorse private, è partita dal regista padovano, già autore del film «Antonio Guerriero di Dio» e di «Il Segreto di Italia» sull’eccidio partigiano di fascisti e civili avvenuto nel 1945 a Codevigo, in provincia di Padova (che molte polemiche sollevò da parte dei gruppi partigiani dell’Anpi). La storia di San Leopoldo viene tratteggiata nel film di Belluco attraverso la vicenda di due famiglie nella Padova della prima guerra mondiale: quella di Andrea Benussi, giovane interventista e volontario (ruolo dell’attore trevigiano Giulio Scarano), e quella di Diletta Filangeri (interpretata dall’attrice con origini padovane Beatrice Sabaini), impegnata nel sostenere il padre vedovo dopo la morte del fratello in guerra. I due si incontreranno quando Andrea sceglierà la via dell’imprenditoria e sarà proprio la figura di padre Leopoldo ad aiutarli a rafforzare il loro amore e a guardare al futuro con speranza, oltre le difficoltà. A muovere gli eventi, i grandi fatti storici dell’inizio del Novecento, usati per riflettere sull’oggi. «Nel film c’è l’elemento della crisi del ’29, che metterà in ginocchio l’impresa di Andrea e compare il tema del suicidio, quel fenomeno che oggi miete tante vittime tra gli imprenditori che non riescono a guardare con speranza al futuro – chiarisce il regista Belluco - . Alla fine grazie alla figura di padre Leopoldo i protagonisti impareranno a dare una risposta alla domanda che tutti si fanno nella vita: “Ma io che cosa ci sto a fare qui?”». Spiritualità, storia e Veneto sono i tre ingredienti della pellicola, che verrà proposta anche al mercato statunitense: «Il film è interamente girato nel Veneto, si vedono il castello dei Carraresi, ma anche luoghi sconosciuti come le arcate sotto le mura cinquecentesche di Padova. Vorrei che uscisse nel 2018 in occasione del centenario della vittoria della Grande Guerra».