Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Esplosione ai forni in acciaieria: quattro operai in ospedale
Esplosione alle ex acciaierie Riva acciai di lungadige Galtarossa, a Verona. Quattro gli operai sono stati ricoverati in ospedale. I sindacati proclamano uno sciopero di otto ore.
Un malfunzionamento a una delle manichette per il raffreddamento di un forno del laminatoio. Una perdita d’acqua da riparare. Operazione banale che ha rischiato di avere gravi conseguenze per il gruppo di operai delle acciaierie Pittini di lungadige Galtarossa a Verona, rimasto coinvolto nell’incidente avvenuto la scorsa notte. Perché all’improvviso, per cause ancora al vaglio dei tecnici dello Spisal dell’Usl 9 e dei carabinieri, si è verificata un’esplosione che ha lanciato in aria frammenti di acciaio che hanno sfiorato e colpito i dipendenti, scaraventati a metri di distanza dallo spostamento d’aria.
In quattro sono stati accompagnati in ospedale ma fortunatamente se la sono cavata con pochi giorni di prognosi e a fine giornata erano già stati dimessi. A «bollire», però, ora sono gli animi dei sindacati che hanno indetto uno sciopero per «dare un segnale forte all’azienda, affinché metta in atto delle serie misure sulla sicurezza e un’organizzazione del lavoro più rispettosa per la salute dei lavoratori».
Braccia incrociate per tutte le otto ore dei quattro turni in programma dalle 6 di oggi alle 14 di domani: di fatto un’astensione di 32 ore filate promossa da Fim Cisl, Fiom Cgil e Uilm. Il direttore dello stabilimento Bruno Marzoli ha trascorso l’intera mattinata con i tecnici dello Spisal che hanno già sentito alcuni dei feriti e il personale dell’azienda, rimanendo nello stabilimento di lungadige Galtarossa fino al primo pomeriggio di ieri. «La nostra è una fabbrica sicura - dice Marzoli - e gli indici non denotano un peggioramento delle condizioni di lavoro. Sono spese migliaia di ore in formazione e sicurezza, specialmente per i nuovi assunti. Sinceramente rimango molto perplesso di fronte all’annuncio di questa protesta, dovremo capire da dove hanno origine le incomprensioni».
Le tre sigle hanno indetto un’assemblea davanti ai cancelli per oggi pomeriggio: «Da tempo - attaccano in una nota congiunta - stiamo denunciando e segnalando all’azienda e agli organi competenti le nostre preoccupazioni riguardo alla nuova organizzazione di lavoro e produzione, collegata ai lavori previsti per il masterplan aziendale, che di fatto mettono in serio pericolo la sicurezza dei lavoratori. Non dimentichiamo l’altro grave infortunio avvenuto il 16 agosto, che ha coinvolto due lavoratori di una ditta di appalto che effettuavano lavori di manutenzione degli impianti, e quello avvenuto nel mese di luglio, quando un operaio è svenuto per un colpo di calore e ha rischiato di perdere una mano». E ricordano anche l’incendio alla cisterna d’olio, a luglio. «C’è un problema con i ritmi di produzione, si corre come dannati e probabilmente servirebbero ritmi un po’ più lenti - spiegano i rappresentanti dei lavoratori -. Abbiamo segnalato che il lavorare in contemporanea con le opere previste dal masterplan aziendale, non è la soluzione migliore».
Saranno però le indagini a chiarire quanto accaduto ieri. Una volta che i vigili del fuoco hanno messo in sicurezza la zona interessata dall’incidente e che gli investigatori hanno terminato il sopralluogo, il forno ha ripreso a funzionare regolarmente. Secondo una prima ricostruzione, la squadra di sei operai (compreso il capoturno) sarebbe intervenuta verso le 4 per riparare una manichetta che perdeva acqua. Molto probabilmente il liquido è entrato nel forno e ha scatenato una forte esplosione che, oltre a lanciare come proiettili i vari materiali sistemati nella officina, ha scaraventato a qualche metro di distanza quattro operai (il capoturno, due senegalesi e un italiano, tutti tra i 33 e i 55 anni). Gli altri due dipendenti, spaventati, hanno però rifiutato le cure dei soccorritori.
Il direttore La nostra è una fabbrica sicura, non c’è stato alcun peggioramento delle condizioni di lavoro