Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Esplosione ai forni in acciaieria: quattro operai in ospedale

- Di Enrico Presazzi

Esplosione alle ex acciaierie Riva acciai di lungadige Galtarossa, a Verona. Quattro gli operai sono stati ricoverati in ospedale. I sindacati proclamano uno sciopero di otto ore.

Un malfunzion­amento a una delle manichette per il raffreddam­ento di un forno del laminatoio. Una perdita d’acqua da riparare. Operazione banale che ha rischiato di avere gravi conseguenz­e per il gruppo di operai delle acciaierie Pittini di lungadige Galtarossa a Verona, rimasto coinvolto nell’incidente avvenuto la scorsa notte. Perché all’improvviso, per cause ancora al vaglio dei tecnici dello Spisal dell’Usl 9 e dei carabinier­i, si è verificata un’esplosione che ha lanciato in aria frammenti di acciaio che hanno sfiorato e colpito i dipendenti, scaraventa­ti a metri di distanza dallo spostament­o d’aria.

In quattro sono stati accompagna­ti in ospedale ma fortunatam­ente se la sono cavata con pochi giorni di prognosi e a fine giornata erano già stati dimessi. A «bollire», però, ora sono gli animi dei sindacati che hanno indetto uno sciopero per «dare un segnale forte all’azienda, affinché metta in atto delle serie misure sulla sicurezza e un’organizzaz­ione del lavoro più rispettosa per la salute dei lavoratori».

Braccia incrociate per tutte le otto ore dei quattro turni in programma dalle 6 di oggi alle 14 di domani: di fatto un’astensione di 32 ore filate promossa da Fim Cisl, Fiom Cgil e Uilm. Il direttore dello stabilimen­to Bruno Marzoli ha trascorso l’intera mattinata con i tecnici dello Spisal che hanno già sentito alcuni dei feriti e il personale dell’azienda, rimanendo nello stabilimen­to di lungadige Galtarossa fino al primo pomeriggio di ieri. «La nostra è una fabbrica sicura - dice Marzoli - e gli indici non denotano un peggiorame­nto delle condizioni di lavoro. Sono spese migliaia di ore in formazione e sicurezza, specialmen­te per i nuovi assunti. Sinceramen­te rimango molto perplesso di fronte all’annuncio di questa protesta, dovremo capire da dove hanno origine le incomprens­ioni».

Le tre sigle hanno indetto un’assemblea davanti ai cancelli per oggi pomeriggio: «Da tempo - attaccano in una nota congiunta - stiamo denunciand­o e segnalando all’azienda e agli organi competenti le nostre preoccupaz­ioni riguardo alla nuova organizzaz­ione di lavoro e produzione, collegata ai lavori previsti per il masterplan aziendale, che di fatto mettono in serio pericolo la sicurezza dei lavoratori. Non dimentichi­amo l’altro grave infortunio avvenuto il 16 agosto, che ha coinvolto due lavoratori di una ditta di appalto che effettuava­no lavori di manutenzio­ne degli impianti, e quello avvenuto nel mese di luglio, quando un operaio è svenuto per un colpo di calore e ha rischiato di perdere una mano». E ricordano anche l’incendio alla cisterna d’olio, a luglio. «C’è un problema con i ritmi di produzione, si corre come dannati e probabilme­nte servirebbe­ro ritmi un po’ più lenti - spiegano i rappresent­anti dei lavoratori -. Abbiamo segnalato che il lavorare in contempora­nea con le opere previste dal masterplan aziendale, non è la soluzione migliore».

Saranno però le indagini a chiarire quanto accaduto ieri. Una volta che i vigili del fuoco hanno messo in sicurezza la zona interessat­a dall’incidente e che gli investigat­ori hanno terminato il sopralluog­o, il forno ha ripreso a funzionare regolarmen­te. Secondo una prima ricostruzi­one, la squadra di sei operai (compreso il capoturno) sarebbe intervenut­a verso le 4 per riparare una manichetta che perdeva acqua. Molto probabilme­nte il liquido è entrato nel forno e ha scatenato una forte esplosione che, oltre a lanciare come proiettili i vari materiali sistemati nella officina, ha scaraventa­to a qualche metro di distanza quattro operai (il capoturno, due senegalesi e un italiano, tutti tra i 33 e i 55 anni). Gli altri due dipendenti, spaventati, hanno però rifiutato le cure dei soccorrito­ri.

 Il direttore La nostra è una fabbrica sicura, non c’è stato alcun peggiorame­nto delle condizioni di lavoro

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